Trent’anni di storia ruotano attorno alla villa con terreno in via Civitali 253, a Vittoria Apuana. Nel marzo 1993 il bene viene confiscato definitivamente alla mafia, in questo caso Cosa Nostra. Dieci anni dopo, nel settembre 2003, l’immobile dotato di terreno, del valore stimato di 600mila euro, viene assegnato al comune di Forte dei Marmi. Da allora sono passati altri undici anni e a scrivere il nuovo capitolo di questa storia stavolta è la Regione, la quale ha assegnato 500mila euro al Comune, intenzionato ad allestire un archivio comunale per chiudere una volta per tutte la questione. La somma in arrivo dalla Regione fa parte di un “pacchetto“ di contributi che ammonta complessivamente a quasi 3 milioni di euro e riguarda sette comuni toscani che avevano presentato la relativa richiesta di finanziamento per la riqualificazione dei beni confiscati alle mafie. Quello di Forte dei Marmi, tra l’altro, è stato l’unico in provincia di Lucca ad aggiudicarsi il finanziamento del suo progetto.
Il mezzo milione di euro, come detto, verrà impiegato per realizzato un intervento che prevede la riqualificazione del fabbricato di civile abitazione in corso di costruzione in via Civitali, corredato da un appezzamento di terreno, che verrà adibito ad archivio comunale. Intervento che restituirà inoltre il giusto decoro a una zona che per molti anni ha fatto discutere i residenti a causa delle sue evidenti condizioni di degrado, basti pensare soltanto alla vegetazione cresciuta in maniera incontrollata. Come molti ricorderano, nel 2018 la commissione istituita per destinare a nuovo utilizzo il bene confiscato alla mafia (era costuitita dall’allora presidente del consiglio comunale Simona Seveso, l’assessore Enrico Ghiselli, i consiglieri Massimo Lucchesi, Rachele Nardini e Gianpaolo Bramanti e tecnici comunali) aveva lanciato la proposta di convertire la villetta in uno spazio da destinare alle associazioni di volontariato del territorio. "Mettiamo questi nuovi fondi – spiega il presidente della Regione Eugenio Giani – a disposizione dei comuni interessati ad acquisire i beni già appartenuti ai criminali e restituirli alle comunità locali con rinnovate finalità istituzionali o sociali, prolungando di un ulteriore triennio lo stanziamento di risorse regionali inizialmente previsto a questo scopo per il 2022-2024. Il contrasto alla criminalità organizzata non è solo una vana enunciazione di principio, ma contribuisce fattivamente a restituire alla comunità quanto le è stato sottratto, finanziando progetti che siano socialmente utili".