La svolta di Pasquini. Lascia Confcommercio: "È arrivato il momento"

Dopo 45 anni l’attuale presidente andrà in pensione a giugno. All’interno di Palazzo Sani è stato dipendente, dirigente e direttore.

Rodolfo Pasquini lascia la Confcommercio. Fa quasi impressione scriverlo, per un uomo che a Lucca (e da qualche anno anche a Massa e Carrara) tutti identificano con l’associazione dei commercianti e che, in effetti, all’interno degli uffici di palazzo Sani in via Fillungo ha occupato ogni posizione: da semplice fattorino a dirigente, direttore e infine presidente.

Adesso, dopo 45 anni (l’assunzione risale al 1978/79) e nonostante l’aspetto più che giovanile nasconda un’anagrafica ‘da pensionato‘, per Paquini è l’ora le consegne. Che avverranno entro l’estate, allorché – una volta portate a termine alcune modifiche statutarie – sarà possibile procedere all’elezione del nuovo presidente. Ma di fatto sono già iniziate con appunto una novità nello statuto dell’ente: quella che d’ora in avanti stabilisce che il presidente sia un imprenditore. E Pasquini – pur avendone tutte le caratteristiche – nei fatti non lo è.

"Quando nel 2020 da direttore diventai presidente – dice Pasquini – dissi che il mio sarebbe stato un mandato di transizione. Oggi, quattro anni dopo, tengo fede a quelle parole e lascio l’associazione nelle mani di una nuova guida che, a mio giudizio, andrà trovata all’interno dell’attuale giunta, dove ci sono profili più che adatti al ruolo".

Non nomi, dunque, ma un’indicazione chiara. Anche perché la Confcommercio è oggi l’associazione maggiormente rappresentativa delle attività cittadine, nonché di quel tessuto imprenditoriale piccolo e piccolissimo che è il più fragile e il più esposto alle intemperie dell’epoca in cui viviamo. Pensiamo solo a cosa è stata la tempesta del Covid per le botteghe, i pubblici locali e i negozi. Che quando Pasquini rievoca quei momenti alza gli occhi al cielo e aggiunge poco se un un colpo di tosse che vale più di mille parole.

Lascia, Pasquini, un’associazione "grande e sana" capace, negli ultimi anni, di condurre in porto senza danni la fusione tra le province di Lucca e Massa-Carrara, rilanciare la sede territoriale della Versilia grazie anche a una nuova e più funzionale sede a Viareggio e di consolidare quella presenza capillare sul territorio più periferico che fa della Confcommercio lucchese una della associazioni più vicine alle imprese che ci siano in Toscana.

Alle spalle ci sono tante battaglie, alcune vinte e altre pareggiate. Ma sempre condotte con uno spirito di corporazione leale e duro fino a quando serviva. L’arte della trattativa politica a Pasquini non è mai mancata e adessso chi prenderà il suo posto se vorrà avere fortuna non potrà che proseguire in questo solco.

Mancheranno a Lucca, invece, i suoi modi garbati e decisi di affrontare le questioni e la sua visione chiara di cosa dev’essere la città e non solo da un punto di vista del commercio. L’augurio a questo punto è che la sua voce non si perda né ne siamo dimenticati gli insegnamenti.

Lui sul futuro non si sbilancia più di tanto, ma certo che le occasioni non mancheranno. E lo sa bene: "Quando si chiude una porta, magari si apre un portone... Bisogna vedere se quel portone uno ha voglia di aprirlo".