Per metà giugno è attesa la riapertura del supermercato Pam, completamente ristrutturato. Ma senza i 14 lavoratori che al momento della chiusura, un anno fa, furono trasferiti in altri punti vendita del gruppo. L’azienda procederà infatti con nuove assunzioni. Questo è quanto è stato comunicato dalla direzione nel corso dell’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali per ricevere informazioni sul futuro del punto vendita al Largo Risorgimento. "Dopo la chiusura del negozio Pam, prospettata dall’azienda come atto definitivo, i 14 lavoratori allora impiegati – ricordano Sabrina Bigazzi della Filcams Cgil; Sabina Bigazzi della Fisascat Cisl e Roberto Pacini della Uiltucs Uil – furono trasferiti nei negozi limitrofi,il più vicino a 20 chilometri di distanza. Tale decisione fu comunicata subito dopo che il Comune di Viareggio aveva approvato il progetto presentato da Pam per il rifacimento di parte della viabilità e del parcheggio. Era perciò evidente che anche il punto vendita sarebbe stato ristrutturato e riaperto. La direzione aziendale, al tempo, disse di “non sapere”, e lo confermò anche in un incontro alla presenza del Comune".
Appena avuto notizia dell’inizio dei lavori di riqualificazione dell’edificio i sindacati hanno chiesto chiarimenti, "sollecitando ripetutamente un incontro anche con il Comune. L’amministrazione aveva promesso che non sarebbe stata convalidata la delibera se il tavolo sindacale non avesse raggiunto un accordo. L’azienda – aggiungono i sindacati – si è resa disponibile solo ora, a lavori quasi ultimati Nell’incontro che si è tenuto ieri, siamo stati informati che nella composizione degli organici Pam esclude la possibilità di ricollocamento dei lavoratori a suo tempo trasferiti motivando questa scelta con l’intenzioni di avviare il negozio con 50 dipendenti tutti nuovi, per ovvi motivi economici legati al minor costo del personale". A fronte di questa notizia Cgil, Cisl e Uil annunciano una mobilitazione: "Perché – concludono – queste scelte penalizzano un gruppo di lavoratori ad oggi costretti a lavorare lontani da casa con evidente disagio anche economico".