REDAZIONE VIAREGGIO

La "conversione" di Toni Servillo con la bacchetta di Gianna Fratta

Divertente e interessante lettura della poetica lirica tra le parole e il belcanto di D’Annunzio, Lombardi e Berti

Un’occasione per focalizzare alla grande il personaggio Giacomo Puccini e la sua arte fatto da un grande attore come Toni Servillo. L’evento “Puccini, Puccini cosa vuoi da me” è stato come un processo sul palco del gran teatro all’aperto di Torre del Lago in occasione del sessantasettesimo festival in cui il Maestro è risultato vincitore. Assolto, anche rispetto ai detrattori suoi contemporanei. Le solite accuse sono state formulate da Servillo: una musica a volte svenevole, fatta per le sartine, troppo semplice, troppo sentimentale.

Già Fausto Torrefranca, agli inizi del Novecento, aveva parlato, a proposito di Puccini, di cinica commerciabilità e come simbolo della decadenza della musica italiana. Ma a poco a poco Servillo dimostra che si tratta di una musica apparentemente semplice e ti arriva direttamente al cuore ma anche frutto di studio e di cultura. In questo è aiutato dal maestro Gianna Fratta che ha diretto l’orchestra del festival e dai cantanti Donata D’Annunzio Lombardi e Marco Berti. Un elogio particolare va all’autore dei testi Giuseppe Montesano che ha dimostrato una conoscenza profonda del Maestro come quando sottolinea, tra le righe, il suo continuo rinnovamento alla ricerca della modernità, la sua conoscenza degli autori contemporanei come Schoenberg.

Puccini aveva anche una grande cultura extramusicale; seguiva, aiutato dalla sorella Ramelde, quello che veniva pubblicato in Europa. Amava Dante e la Bibbia. “Vissi d’arte” da Tosca la romanza cantata magistralmente da Donata D’Annunzio Lombardi si richiama all’enigma del male, al grido del giusto come Giobbe che soffre in modo incomprensibile. Poi prima e dopo si succedono varie arie come l’incontro tra Rodolfo e Mimì nel primo quadro di “La Bohème” e “Sola....perduta....abbandonata” e l’Intermezzo di Manon, infine il finale drammatico di Madama Butterfly col suicidio liberatorio.

Una musica che commuove ma che fa anche riflettere. Infine in maniera graduale Servillo si converte e riesce a capire la grandezza di Puccini. Bravi gli interpreti dei brani, brava la direttrice Gianna Fratta e bravo naturalmente Toni Servillo nel melologo. Applausi per tutti. Condividiamo la scelta del direttore artistico del festival il maestro Battistelli di avere puntato a questo evento nel festival di quest’anno.

Oriano de Ranieri