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La città riunita in strada. Per chiedere giustizia

VIAREGGIO Camminando, unita. Così Viareggio, dalla notte del 29 giugno 2009, ha affrontato la strada verso la giustizia. Un passo dopo...

La città riunita in strada. Per chiedere giustizia

Camminando, unita. Così Viareggio, dalla notte del 29 giugno 2009, ha affrontato la strada verso la giustizia. Un passo dopo l’altro. Era passato appena un mese da quando il treno merci carico di Gpl, partito da Trecate e diretto e Gricignano, deragliò ed esplose alle porte della stazione, e la città scese in strada per chiedere "verità". Verità e giustizia per le vittime di quel disastro ferroviario, che nel corso dei mesi successivi sarebbero diventate 32. A dicembre del 2009, dopo aver lottato per sei mesi contro le ustioni, si spense Elisabeth Guadalupe Silva. E con lei l’ultima speranza.

Da allora Viareggio ha continuato a camminare. Ogni 29 giugno, dopo quella notte d’inferno, si è ritrovata in corteo a sostenere i familiari delle vittime nel complesso percorso processuale: quattordici giudici e quattro sentenze hanno accertato le responsabilità del disastro e condannato gli allora vertici del sistema ferroviario.

A poche ore dalla sentenza della Corte di Cassazione bis – attesa per lunedì – ieri Viareggio si è messa ancora in marcia. In silenzio, con le fiaccole, camminando dalla stazione, lungo via Ponchielli, fino alla Casina dei Ricordi. Ancora una volta al fianco de “Il Mondo che Vorrei“, l’associazione che i familiari delle vittime hanno fondato – nella cui sede la scorsa notte sono entrati i ladri – per trasformare il dolore in impegno per la sicurezza. Adesso, dopo quasi 15 anni da quel 29 giugno, Viareggio è arrivata all’ultimo miglio di questo cammino. Chiunque lunedì voglia sostenere, con la presenza, i familiari – partecipando al presidio di fronte al Corte di Cassazione – può chiamare i numeri 351-9281533 o 347-7371405.