La Bce e il taglio ai tassi di interesse. Un’azione per rilanciare lo sviluppo

La BCE, come le altre banche centrali, ha utilizzato come ben noto la leva dell’aumento dei tassi di interesse per...

La BCE, come le altre banche centrali, ha utilizzato come ben noto la leva dell’aumento dei tassi di interesse per combattere efficacemente l’inflazione che ha investito l’Europa come il resto del mondo. L’inflazione è una vera e propria ’’tassa’’ ingiusta che colpisce stipendi, pensioni e risparmi e che, indirettamente, per la conseguente politica delle banche, frena gli investimenti e lo sviluppo produttivo delle aziende. Gli alti tassi di interesse hanno limitato consumi e investimenti di imprese e famiglie con la riduzione della crescita del PIL a meno dell’1% nel 2023. Oggi con il calo dell’inflazione, che ha rallentato in modo significativo la sua spinta e viaggia verso gli obiettivi fissati dalla BCE, occorre una riduzione progressiva dei tassi per ridare slancio alla produzione industriale, agli investimenti e ai consumi. Questa richiesta non viene avanzata solo dagli imprenditori ma anche dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli e da esponenti del Governo. Gli alti tassi infatti, pur necessari per combattere l’inflazione, rallentano lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione. Occorre dunque lavorare per favorire nuovi investimenti, da una parte utilizzando i fondi per PNRR, e dall’altra facendo sì che il sistema bancario accompagni un comportamento virtuoso delle aziende che vogliono e possono investire.