DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Intrappolata con i capelli in piscina: "Il bocchettone era troppo potente"

Morte di Sofia, gli accertamenti tecnici della Procura confermano che l’impianto aspirava 10 volte oltre i limiti

Intrappolata con i capelli in piscina: "Il bocchettone era troppo potente"

Il bocchettone della piscina del bagno “Texas“ in cui il 13 luglio 2019 morì la piccola Sofia Bernkopf aveva una potenza dieci volte superiore ai limiti di legge. Un risucchio talmente forte che non avrebbe dato scampo neppure ai capelli di un adulto, figuriamoci quelli della bimba di 12 anni, di Parma, che rimasero intrappolati impedendole di risalire in superficie, con la morte avvenuta quattro giorni dopo all’Opa di Massa a causa dei danni irreparabili dovuti alla prolungata mancanza di ossigeno. Che l’impianto non fosse a norma è emerso dai rilievi tecnici che il perito, l’ingegner Maurizio Orsini, e i consulenti della Procura, hanno mostrato lunedì al Tribunale di Lucca durante il processo che vede sette persone (i quattro proprietari del “Texas“, due bagnini e il fornitore e installatore della piscina idromassaggio) imputati del reato di omicidio colposo aggravato.

Un’udienza molto importante quella presieduta dal giudice Gianluca Massaro, in quanto incentrata sugli accertamenti tecnici condotti sulla vasca idromassaggio. L’ingegner Orsini è stato ascoltato per più di tre ore dal pm Salvatore Giannino e dall’avvocato delle parti civili Stefano Grolla, fino al contro-esame degli avvocati di tutti gli imputati. Il professionista ha ribadito, con dovizia di particolari, gli esiti dell’accertamento tecnico non ripetibile effettuato sulla vasca, spiegando che non era a norma e che la potenza aspiratrice della bocchetta che ha intrappolato i capelli di Sofia superava di oltre dieci volte quella consentita per legge. La bimba, secondo i consulenti tecnici, non avrebbe quindi potuto liberarsi dall’intrappolamento dei capelli, essendo la forza aspirante superiore non solo alla sua stessa forza, ma anche a quella di un qualsiasi adulto che si fosse trovato nelle medesime condizioni. Tant’è che nei filtri dell’idromassaggio erano state risucchiate anche alcune cuffie, fermacapelli e addiruttura tessere del rivestimento a mosaico della stessa vasca.

"Dopo la deposizione dei consulenti – scrive Edoardo Bernkopf, padre della bimba – le responsabilità degli imputati, a vario titolo, si fanno sempre più consistenti ed emerge in maniera chiara ed evidente come la morte della nostra bambina si sarebbe evitata se l’impianto del bagno ’Texas’ fosse stato a norma. Speriamo che l’esito di questo processo susciti la dovuta attenzione al fine di evitare altre tragedie simili, che sono purtroppo incredibilmente numerose". Il processo è stato infine aggiornato all’11 marzo per la prosecuzione dell’esame dei testi del pm.