Il sabato del... Piazzone. Tra chi crede e chi critica

I commenti di clienti di bar e negozi dopo il nuovo progetto del sindaco "Qui cade tutto a pezzi". "Ecco, allora che facciamo aspettiamo dell’altro?".

Il sabato del... Piazzone. Tra chi crede e chi critica

Il sabato del... Piazzone. Tra chi crede e chi critica

VIAREGGIO

Un progetto nuovo e possibilmente innovativo, quello proposto pochi giorni fa dal sindaco Giorgio del Ghingaro, per riqualificare il mercato centrale e costruire nuovi chioschi in piazza Santa Maria. Un’idea che ha trovato un riscontro accogliente e positivo da parte dei commercianti di via Regia ma che, svoltato l’angolo e il fine settimana, è andata incontro alla polemica che caratterizza i viareggini.

Basta infatti passeggiare lungo tutto la zona perdonale, fino al Piazzone, per accorgersene. Tra le signore che sorseggiando il caffè si improvvisano stiliste ed esperte di moda commentando, nemmeno troppo celatamente, i passanti, e gli anziani che ricordano i bei vecchi tempi, "quando la Sandrelli era amica mia", c’è chi, sfogliando il giornale del bar e leggendo di sfuggita le civette fuori dalle edicole, mugugna e borbotta. "Il piazzone si ribella al degrado ma anche al project. E ci credo, guarda in che stato è!", mormorano alcuni passanti scorrendo il titolo de La Nazione di ieri, a fianco di chi, invece, ai mormorii predilige il baccano e il clamore, trasformando la via in una platea, d’orazione e discussione. "Una presa in giro: è come spazzare la polvere sotto il tappeto – esclama un ragazzo accendendosi una sigaretta –. Spostare i chioschi in piazza Santa Maria cosa vuol dire? È inutile trasferirli da un’altra parte se intanto qui è un mortorio. E con la chiusura dei banchi sarà peggio, perché verranno meno persone e la microcriminalità aumenterà. Le logge erano un bene dell’arte liberty, ora cadono a pezzi. C’è uno stucco con simbolo della Viareggio liberty che sta cadendo a pezzi. È quello il simbolo di Viareggio: un’ancora marcia. In questi anni che ha fatto? Io ai miracoli non ci credo". Per chi, come quest’ultimo, giudica e condanna definitivamente, c’è anche chi, dall’altra parte, timidamente, imbracciati i sacchi della spesa, si ferma, replica e difende lo spirito d’iniziativa del Comune: "La piazza si è svuotata anche perché per tanti anni c’è stato chi l’affitto non lo pagava e le colpe di alcuni si sono riversati sull’intera città. Il sindaco ha annunciato il progetto e poi ha aspettato diversi anni, ma per i ricorsi che i cittadini e i negozianti stessi gli hanno fatto. Il privato avrebbe dovuto cominciare dei lavori senza sapere se quei ricorsi sarebbero passati o meno? Questo project è e può essere una cosa nuova, però c’è sempre chi preferisce la versione del degrado e del vittimismo". Come uno scambio di tennis, a chi meglio riceve e più veloce risponde, e in cui il destino del match point lo saprà soltanto il futuro e la Soprintendenza.

Gaia Parrini