"Il picco dei contagi arriverà entro fine gennaio"

Il dottor Mario Urbano, medico di famiglia viareggino, spiega che l'influenza stagionale ha colpito molti cittadini costringendoli a letto. Si attende un ulteriore aumento dei casi entro fine mese. Vaccinarsi è l'unica forma di tutela dal virus influenzale. I sintomi possono durare fino a una settimana.

"Il picco dei contagi arriverà entro fine gennaio"

"Il picco dei contagi arriverà entro fine gennaio"

Febbre alta, tosse, raffreddore, dolori: è il classico quadro della sindrome influenzale che in questi giorni ha colpito tantissime persone costringendole a letto. "Non siamo ancora nel picco più alto dell’influenza stagionale, ma in questo periodo si è verificata una recrudescenza. Ero al lavoro anche durante le feste e ho cercato di rispondere a tutti i miei pazienti", spiega Mario Urbano, da circa trenta anni medico di famiglia viareggino. Ma mentre un mese da il picco dei malati era previsto sotto le feste, si attende un ulteriore aumento di casi entro fine mese.

"Non siamo ancora al picco più elevato dei contagi che arriverà, stando alle previsioni, tra metà e fine gennaio. Ma le chiamate in questi giorni sono state tante", racconta il medico tra un visita e l’altra. "In questi giorni c’è stato un aumento di persone che hanno contratto l’influenza, la classica influenza stagionale che ha costretto a letto tanti cittadini. In alcuni casi si è verificato l’abbinamento con il virus del Covid. Sono stato contattato da molte famiglie. C’è stato un aumento dei casi anche rispetto allo scorso anno"

Il dottor Urbano aggiunge che la sindrome influenzale ha colpito anche persone che si erano vaccinate: "In questi casi però l’influenza è stata meno virulenta. E vaccinarsi per chi non lo ha ancora fatto è importante. Il vaccino è l’unica forma di tutela che abbiamo davanti al virus influenzale. Il vaccino permette alle persone a rischio per età e per patologie di essere maggiormente al sicuro, perchè in caso di infezione il virus si presenta in una forma meno impattante e permette alle persone che lavorano di evitare di stare a casa per motivi di salute. L’invito alla vaccinazione mi sento di farlo anche in considerazione del fatto che permette di alleggerire la pressione del pronto soccorso che vive un momemento molto delicato. Vaccinarsi significa “limare“ il rischio della sindrome inflenzale".

Il decorso, quando ci si ammala, non è mai uguale per tutti: "Non possiamo generalizzare perchè ogni paziente è un caso a sé. Con una propria storia sanitaria. Ma i sintomi più debilitanti dell’influenza possono andare avanti anche per una settimana. La febbre alta puà permanere anche dai cinque ai sette giorni. Poi lentamente spariscono anche i postumi del virus. Bisogna avere pazienza", spiega Mario Urbano. E corre a visitare un altro paziente.

Maria Nudi