Il fascino irresistibile dell’azzardo Sempre più i viareggini contagiati Ma poi ricorrono agli antidepressivi

Uno studio regionale ci aiuta a comprendere il profilo medio degli ’scommettitori’ del nostro territorio. In considerevole aumento il numero di coloro che presentano sintomi ansiosi e devono prendere psicofarmaci. .

Si dice che i toscani siano testa a testa con i veneti nell’uso di intercalari blasfemi. In attesa di un censimento al riguardo, si può dire con certezza che i toscani sono sensibilmente più vulnerabili al fascino del gioco rispetto alresto degli italiani. A dimostrarlo è lo studio "Lost in Toscana", a cura dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, commissionato per studiare la reazione, a livello comportamentale, al lockdown del 2020. Tra i vari parametri presi in esame c’è pure il gioco d’azzardo.

A livello nazionale, il 19,9 per cento delle persone gioca d’azzardo: il 6,6 per cento lo fa esclusivamente in luoghi fisici, il 6,5 per cento solo online e il 6,8 per cento in entrambi i modi. In Toscana, il valore sale al 22,2 per cento: il 9 per cento si muove solo in luoghi fisici, il 7,1 per cento naviga online e il 6,1 per cento gioca un po’ nella realtà, un po’ in rete.

Ma qual è il profilo del giocatore medio? In base ai risultati dello studio, pare proprio che il giocatore medio sia la classica persona media. Escludendo il sesso dei giocatori – 67,4 per cento uomini; appena il 32,6 per cento donne –, si nota come la maggior parte dei fruitori del gioco d’azzardo, inteso come "qualsiasi scommessa di denaro su di un evento il cui esito è influenzato, del tutto o in parte, dal caso", non siano né vechi né giovani (circa la metà hanno tra 35 e 54 anni), abbiano un titolo di studio definito appunto "medio" (il 50 per cento spaccato, mentre il 35,9 hanno un titolo "alto" e solo il 14,1 uno "basso") e, riferendosi a se stessi, ritengano di vivere in una condizione economica "nella media" (57,2 per cento). La Toscana, tuttavia, ha numeri sensibilmente differenti e, rispetto alla media nazionale, presenta una percentuale più alta di giocatori giovani (35,3 per cento).

Fin qui, tutto normale. Quando, però, si va a evidenziare lo stile di vita, saltano all’occhio differenze sostanziali tra giocatori e non giocatori. Nello specifico, si legge nel report, "tra i giocatori vi è una quota leggermente superiore di quanti riferiscono di avere una qualità del sonno insufficiente, una bassa qualità della vita, nonché sintomi ansiosi eo depressivi. Tra i giocatori, il 15,5 per cento riporta l’utilizzo di psicofarmaci, percentuale che si attesta al 7 per cento tra i non giocatori". E la Toscana non fa eccezione: "Anche a livello regionale le persone che hanno giocato d’azzardo mostrano percentuali maggiori di sintomi ansiosi eo depressivi e di consumo di farmaci psicoattivi come antidepressivi, ansiolitici, ipnotici, antipsicotici eo stabilizzatori dell’umore". Differenze particolarmente marcate a livello di comportamenti emergono per l’uso di sigarette elettroniche (24,6 per cento tra i giocatori; 5,1 tra i non giocatori), della cannabis light (14,8 per cento contro il 3,7) e della cannabis tradizionale (16,2 contro il 5,1 dei non giocatori). Solo nel consumo di alcol le percentuali si equivalgono.

DanMan