
I rappresentanti del consiglio direttivo del Comitato di Bicchio che si è schierato contro il trasferimento di don Graziano Raschioni
È scontro aperto tra il Comitato Bicchio e la curia di Lucca con il primo che accusa, senza troppi giri di parole, la seconda di mancanza di dialogo, di chiarezza e forte disinteresse nei confronti di una comunità intera. I fatti. La curia ha deciso di accorpare la parrocchia di Bicchio con quella di Torre del Lago decidendo, contestualmente, anche di trasferire l’"amatissimo" don Graziano Raschioni a Camaiore. Da qui la reazione del Comitato di quartiere che non ci sta, rivendicando le proprie ragioni con tanto di comunicato scritto.
"Siamo assolutamente contrari al trasferimento del nostro parroco – afferma il Comitato Bicchio presieduto Stefania Maffei –. Don Graziano fa parte della nostra comunità da ben trent’anni. Anni in cui si è fatto ben volere da tutti dimostrando, con i fatti, di saper fare squadra grazie al dono dell’ascolto e della benevolenza e dimostrando anche di essere un ottimo amministratore. Per noi è una figura di una statura enorme, la rappresentazione terrena del ‘prete di tutti’, ed è grazie a lui che la struttura Pino Rosa, che accoglie madri in difficoltà con i propri bambini, è riuscita ad andare avanti, a strutturarsi ancora di più divenendo una realtà importante nel quartiere".
Ma per il Comitato, Don Graziano non è stato solo un bravo pastore, capace di svolgere al meglio la sua funzione di guida pastorale. "È anche uno dei soci fondatori del Comitato di quartiere. Comitato fatto da volontari che gratuitamente si impegnano per valorizzare la nostra piccola comunità nel segno della socializzazione, dell’inclusione e della cura delle risorse del territorio. Proprio per questo riteniamo incomprensibile la decisione della curia di trasferirlo in un’altra realtà. E per questo espriamo il nostro forte dissenso perché senza la sua presenza il nostro quartiere rimarrà molto più povero. Ovviamente la nostra attività non ha intenzione di privarsi della collaborazione di una figura così importante. Questa continuerà, sicuramente, anche nel caso di un suo forzato ‘esilio’, ma ribadiamo il nostro sbigottimento al cospetto di una decisione immotivata, presa dall’alto senza ascoltare la comunità che attorno al parroco si era coesa".
"Siamo consapevoli – concludono dal Comitato – della nostra impotenza di fronte a quanto già deciso senza nemmeno interpellarci, ma certamente non resteremo muti di fronte a questa decisione che ci offende anche umanamente facendoci sentire come derisi". Insomma acque decisamente movimentate a Bicchio dove un parroco, che ha così ben svolto la propria missione si trova ora a seguire il voto di obbedienza al vescovo e di lasciare la comunità di Bicchio. La speranza è che alla fine prevalga il buon senso e che, memori dell’epopea cinematografica di Don Camillo, alla fine il volere dei fedeli possa portare a ulteriori ragionamenti per il bene della comunità.