Il caso delle 50 pistole. Furto all’armeria arrestati in cinque: "Trasfertisti viareggini"

Fingendo di essere clienti, erano riusciti a rubare le chiavi del negozio. Poi, dopo averne fatto una copia, le hanno rimesse al loro posto. Decisiva un’impronta lasciata sul biglietto del pedaggio autostradale.

VIAREGGIO

Il colpo, messo a segno ormai più di quattro mesi fa, aveva suscitato scalpore: una cinquantina di armi rubate a due passi dal centro storico. Ora però i presunti autori di quel blitz criminale sono stati individuati.

I carabinieri del nucleo investigativo di Bologna e del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Imola, hanno identificato i cinque componenti della banda ritenuta responsabile del furto aggravato in concorso all’armeria Topi, in via Appia, avvenuto appunto la notte del 19 settembre scorso. Le indagini avviate dai militari, coordinati dalla Procura, hanno infatti permesso di risalire all’identità di tre uomini e due donne, di età compresa tra i 21 e i 48 anni, residenti nella zona di Viareggio.

All’epoca dei fatti, i carabinieri, analizzando la scena del crimine, avevano scoperto che il giorno prima, due donne e un uomo, arrivati in zona con una Mini Countryman a noleggio, erano entrati nell’armeria per acquistare degli oggetti di poco valore. Nella circostanza – sempre secondo quanto ricostruito dai militari – avevano preso le chiavi dei locali per farne una copia nella vicina ferramenta. Per non destare sospetti al personale dell’armeria, che non si era accorto di nulla, i tre erano tornati qualche minuto dopo con la scusa di fare altri acquisti e, senza farsi notare, avevano rimesso le chiavi al loro posto.

Quanto alla notte del furto, invece, i carabinieri hanno scoperto che i tre erano partiti da Viareggio intorno alle 21 con una Fiat 500 a noleggio, uscendo al casello autostradale A14 di Imola poco prima della mezzanotte. Avevano messo a segno il colpo ed erano tornati indietro.

Qualche giorno dopo, la stessa Mini Countryman notata a Imola era stata fermata a Viareggio durante un posto di controllo alla circolazione stradale e, nella circostanza, erano stati identificati la conducente (una 48enne) e i due passeggeri, tra cui il figlio 28enne della donna. Grazie a questo dettaglio, i carabinieri sono riusciti a ricostruire il piano criminale della banda, risalendo all’identità dei presunti responsabili che si erano distribuiti i compiti per preparare l’assalto notturno.

In particolare, la 48enne, il figlio 28enne e un’altra ragazza 27enne avevano clonato le chiavi di accesso ai locali dell’armeria, durante il sopralluogo diurno del 18 settembre; lo stesso 28enne e altri due complici, un 21enne e un 23enne, avevano invece messo a segno il colpo finale, trasportando le armi in una destinazione ignota.

Un altro dettaglio di particolare importanza investigativa è stato trovato dai carabinieri durante un’estenuante ricerca in collaborazione con i Ris di Parma: un’impronta digitale sul biglietto autostradale che il conducente della Fiat 500 aveva restituito al casello A14 di Imola durante il pagamento del pedaggio. Setacciando centinaia di biglietti, i militari sono infatti riusciti a ritrovare quello che stavano cercando che conteneva un’impronta digitale di uno dei cinque indagati: il 23enne.

Il 23enne, il 28enne e la madre di quest’ultimo, la 48enne, si trovano ora in carcere. Gli altri due componenti della banda, vale a dire il 21enne e la 27enne, sono finiti invece ai domiciliari.

red. cro.