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Green pass, gli esercenti pronti alla svolta Ma preoccupano le reazioni della clientela

La procedura per effettuare i controlli non è complessa e le associazioni di categoria hanno dato le informazioni necessarie. Intanto alcuni ristoratori hanno registrato un calo di prenotazioni. Più tranquilli quelli che possono contare su spazi all’aperto

Da oggi scatta l’obbligo del green pass per accedere all’interno di ristoranti e bar, provvedimento che potrebbe causare discussioni spiacevoli tra clienti ed esercenti. Questa è la preoccupazione segnalata dagli addetti ai lavori che abbiamo sentito alla vigilia dell’introduzione della norma sanitaria. Il funzionamento stabilito è assai semplice: ogni esercente ha scaricato la App Verifica C 19 su tablet o smartphone. Il cliente ha l’obbligo di mostrare dal suo smartphone il Qr code oppure esibire la stampa dello stesso, e l’esercente deve confrontare i dati anagrafici con carta d’identità o altro documento con foto del cliente.

A dirla così sembra facile, ma alcuni ristoratori e baristi nutrono più che una perplessità. Come dice Giacomo Beconcini dell’Osteria Piazza Grande in via Machiavelli: "Ho verificato già una cosa, e cioè che sabato scorso eravamo al completo, mentre per domani c’è una flessione nelle prenotazioni. Guarda caso proprio in coincidenza dell’obbligo di green pass. L’Osteria ha 20 tavoli su strada e 45 all’interno. Ma invece di lavorare in pieno, a metà agosto, rischiamo seriamente di fare la metà del servizio. Queste sono le mie preoccupazioni. D’altra parte se qualcuno vuole il tavolo interno deve passare per forza da una identificazione personale, che può scocciare molto...". Da parte sua, Massimo Canfailla, titolare con Roberta Patalani del “Lucifero” in piazza Viani, conferma le perplessità non tanto sulla disposizione, quanto sulle possibili reazioni dei clienti: "Mah, vedremo da stasera cosa succederà. Certamente, almeno per i primi giorni, dovremo essere molto esplicativi con i clienti sulle necessità, sugli obblighi e anche su come smistare gli ospiti per lo più all’esterno, dove abbiamo venti sedute. Ci sono curiosità, come quella coppia che ha telefonato dicendo che una persona è vaccinata in Italia, mentre l’altra persona ha fatto lo Sputnik, non valido da noi. Ma cercheremo di soddisfare tutti, come sempre". Alla “Bitta” in via Regia, Adelaide Esposito e Marzia Pucci servono da sempre anche dipendenti di aziende per la mensa di mezzogiorno: "Sì, ai lavoratori abbiamo già detto che da oggi devono mostrare il green pass, visto che quasi tutti mangiano all’interno. Per gli altri clienti vale lo stesso per occupare i tavoli dentro. Ma siamo sicure che nessuno farà problemi per mostrare pass e documento".

Per i bar la norma si fa più complicata vista la frequentazione degli ingressi che è molto più accentuata. Lo confermano Guido e Martina Berti dello storico bar “Così Com’è” in via Machiavelli: "Per fare entrare e consumare ai tavoli interni ci sarà più lavoro. Noi serviamo la clientela abituale giornaliera che conosciamo bene. Abbiamo avuto istruzioni da Confesercenti su some comportarci e siamo pronti". Al “Why Not” in via Aurelia 129, Azzurra Cerri dice: "Devo intanto ringraziare la lavanderia Onda Bianca che ci ha messo a disposizione la sua area privata esterna dove abbiamo messo i nostri tavoli. Mentre il lavoro all’interno non è molto. Essendo una sola persona a turno dobbiamo correre, anche per il green pass. Ma dandoci una mano vedremo di superare anche questa difficoltà". Invece Egidio Pardini dell’omonimo bar in via Battisti è più possibilista: "Sì, noi serviamo sempre fuori, mentre dentro solo se piove forte. Col green pass abbiamo fatto delle prove e in 30 secondi riusciamo a fare tutto. Vediamo da oggi".

Walter Strata