Giro, vetrina sui personaggi locali Sciandri, dal Versilia alla Movistar Storia dell’emigrante di successo

Nato in Inghilterra ha vissuto a Lido di Camaiore, dove la famiglia aveva un albergo in zona Benelli. Da ragazzino Maximilian fu rapito dalla passione per la bicicletta nel Gruppo sportivo di Simoni.

Giro, vetrina sui personaggi locali  Sciandri, dal Versilia alla Movistar  Storia dell’emigrante di successo

Giro, vetrina sui personaggi locali Sciandri, dal Versilia alla Movistar Storia dell’emigrante di successo

La tappa del Giro d’Italia con partenza da Scandiano (dove, curiosità il comandante della polizia municipale è il viareggino Italo Rosati) e arrivo a Viareggio e quella successiva con partenza da Camaiore, destinazione Tortona, avranno un sapore particolare per un componente della carovana rosa: il direttore sportivo della Movistar, Maximilian Sciandri, nato in Inghilterra a Derby, ma vissuto a lungo a Lido di Camaiore, dove la sua famiglia era titolare di un albergo nella zona Benelli, vicino al vecchio campo sportivo. Ed è proprio da ragazzino - siamo alla metà degli anni ‘70 - che Maximilian, nonostante la vicinanza del campo da calcio del Lido di Camaiore, viene rapito dalla passione per la bicicletta. E nella zona il ciclismo era soprattutto nel segno del Gruppo sportivo Versilia del presidentissimo Aladino Simoni e del compianto segretario Angelo Pardini: il biondino si mise subito in mostra, indossando la maglia biancoceleste (un colore che nel ciclismo è iconico nel segno del campionissimo Fausto Coppi) del Gs Versilia, incrociando le sue armi migliori, lo sprint, con un altra promessa della zona, Massimiliano Lunardini, talento della Polisportiva Massarosa, che era guidata dal tandem Abramo Baroni e Pietrino Del Bucchia. La vita ha poi portato lontano da Lido di Camaiore la famiglia di Maximilian Sciandri (il ragazzo ha nel suo palmares, vittorie al Giro e anche una medaglia di bronzo alle Olimpiadi), ma il legame con Camaiore - per il gran premio organizzato da Giovanni Fontanini, l’uomo che ha favorito in maniera decisiva il disgelo fra gli organizzatori del Giro e il Palazzo viareggino - e con il Gs Versilia, è rimasto intatto per molto tempo con una memorabile cena-revival al ristorante “Leone” di Viareggio di una ventina di anni fa, Il Gs Versilia è stata la culla anche di altri corridori che sono poi approdati al professionismo a cominciare da Paolo Fornaciari per passare a Francesco Chicchi, senza dimenticare Matteo Lasurdi che però - come altri professionisti versiliesi - non ha mai preso parte al Giro. Ha disputato la corsa rosa (finendo poi anche in Nazionale), Alessandro Giannelli di Seravezza, mentre fra i prof hanno collezionato risultati Marino Beggi, vincitore di un’edizione della classica dei dilettanti, Firenze-Viareggio, o come Luca Belluomini, ribattezzato - per la capacità di andare bene in salita - “L’aquila di Corsanico”.

E tra i nostri campioni non va dimenticato anche Fiorenzo Aliverti, versiliese di adozione, stabilitosi a Pietrasanta rimasto a lungo nel ciclismo come sponsor e trascinatore di una squadra professionista femminile. Per tutti, corridori di ieri e di oggi, per i componenti della carovana rosa che si sta avvicinando alla Versilia, un grande applauso è il premio minimo per la passione con cui hanno affrontato e affrontano la corsa, regalando spettacolo ed emozioni. Quel che chiede il grande pubblico. Guai a tradirlo.

G.L.