
VIAREGGIO
Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda della nomina del segretario generale dell’Autorità Portuale. Ieri mattina Andrea Giannecchini (foto), il candidato indicato pochi giorni fa dal governatore Eugenio Giani, ha inviato una mail al presidente di Navigo (Katia Balducci) e ai componenti del consiglio di amministrazione (Michela Fucile, Marco Tomei, Carmelo Sgrò e Paolo Poletti) in cui ha comunicato la decisione di rassegnare le dimissioni da vice presidente e da consigliere della stessa società. Navigo, lo ricordiamo, al momento rappresenta la più estesa rete di aziende di nautica da diporto della Toscana e una delle principali d’Europa. "Un punto di riferimento per imprese associate e non, enti e istituzioni, associazioni di categoria".
Una scelta quella compiuta da Giannecchini, attuale presidente provinciale della Cna, che evidenza come l’indicazione da parte del presidente della Regione, al di là delle dichiarazioni dei vertici regionali della stessa Cna e di poche voci (qualche sindacalista della Cgil e piccoli artigiani) non sia stata accolta con entusiasmo da parte delle principali aziende della Darsena. Come conferma la scelta di non commentare tale indicazione fatta, proprio della presidente di Navigo (ai vertici anche dell’azienda di famiglia, la Overmarine), ma anche il silenzio degli altri grandi brand del distretto nautico viareggino.
Un passo indietro, quello di Giannecchini, che fa chiarezza: da una parte toglie da imbarazzi personali (pare che una volta resa pubblica la decisione del governatore, il telefonino di Giannecchini sia diventato rovente e non per i complimenti) e nello stesso tempo consente a Navigo di poter far sentire liberamente la propria voce (non cero secondaria vista il ruolo che riveste nell’ambito del distretto viareggino) sul futuro dell’Autorità portuale.
Intanto il tempo scorre e si attendono le mosse dei sindaci interessati alla nomina, a cominciare da quello di Viareggio (Giorgio Del Ghingaro) che com’è noto avevano sottoposto a Giani un nome condiviso. Una mossa che andava nella direzione d’"intesa forte" indicata dalla legge regionale. Anche perché a Giani proseguire nel braccio di ferro potrebbe non essere utile viste le tensioni che ha con i sindaci del suo stesso partito a Firenze e Prato e il non eccellente risultato nella classifica di gradimento dei cittadini pubblicata sul Sole24 Ore. Aggiungere altri ’contrasti’ potrebbero avere ripercussioni politiche anche sulla giunta regionale in uno scenario in movimento dopo la morte di Berlusconi.