MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Gay aggredito dal branco: "Altro attacco omofobo"

Insulti e spintoni a un cliente del Mamamia. Episodio denunciato dal locale

Gay aggredito dal branco: "Altro attacco omofobo"

Gay aggredito dal branco: "Altro attacco omofobo"

Un’aggressione omofoba è avvenuta nella notte tra sabato e domenica sulla Marina di Torre Del Lago, dopo l’orario di chiusura dei locali diventati luogo di incontro della comunità Lgbtqia+ e di attivismo politico. Per questo il Mamamia ha deciso di non rimanere in silenzio, e di denunciare quanto accaduto. Perché "Ci ricorda che c’è ancora da lottare e molto da costruire. Perché – è la voce compatta del locale – la violenza ci aspetta fuori dalle nostre porte, fuori dallo spazio che abbiamo scelto per divertirci, per stare insieme, per crescere e riconoscerci". Tutto è cominciato con degli insulti omofobi, con cui alcuni ragazzi si sono rivolti ad un gruppo di amici nel pieno della serata. Ed è a quel punto che un giovane, versiliese, è intervenuto a difesa dei compagni. E poi avvisando anche la sicurezza del locale, che a protezione del gruppo ha prontamente allontanato i molestatori. Le loro strade, però, si sono incrociate ancora, a fine serata.

Rimasto solo, mentre si stava incamminando verso l’auto, il giovane è stato riconosciuto dagli stessi ragazzi che solo qualche ora prima aveva affrontato. Ribellandosi all’odio delle loro parole. Ed è stato investito ancora da insulti e minacce: "Ti uccidiamo", "Sei morto". A quell’ora la Marina era ormai semi deserta, e dalle parole quei ragazzi sono passati ai fatti. Cominciando a spingere e a strattonare per i capelli la vittima, che non ha potuto far altro che allungare il passo. Secondo quanto denunciato, il giovane ha cercato aiuto nell’unica auto di passaggio in quel momento. Ma a bordo ha trovato l’altra metà della banda, e uno di loro, invece di allungargli la mano, ha tirato fuori un bastone e glielo ha lanciato contro. Mancando di poco il giovane, raggiunto per fortuna in quel momento dagli amici. A quel punto il gruppo si è disperso, lasciando però un ferita, umana, profonda in tutta la comunità. "Avvenimenti del genere non solo ci indignano, ci scuotono, ci addolorano. Ma – prosegue il Mamamia – ci lasciano addosso anche un incolmabile senso di impotenza. Poco importa se in nostra coscienza sappiamo di fare tutto il possibile per proteggerci: di fronte all’odio che sta colpendo con tenacia la nostra comunità sembrano non essere sufficienti le misure di sicurezza che vengono costantemente messe in atto nel corso dei nostri eventi e serate. E le rivendicazioni che da anni urliamo dai nostri palchi". A supporto del giovane si muoverà il centro d’ascolto “L’approdo“ di Livorno.