
Il sindaco Lorenzo Alessandrini difende le scelte del nuovo articolo inserito nel regolamento di polizia urbana
SERAVEZZA
Scoppia il caso diplomatico in consiglio comunale. Con il consigliere di opposizione Riccardo Biagi che ha criticato la specifica inserita nella modifica al regolamento di polizia urbana che prevede l’individuazione delle zone (centro commerciale Galatea, area Coop su via Emilia, centro di Querceta e lungofiume) dove si verificano fenomeni di bivacchi, accattonaggio o comunque di fastidio agli avventori da parte di persone "prevalentemente di etnia rom". Quest’ultima sottolineatura è stata oggetto di acceso dibattito, poi tolta all’unanimità nella definitiva approvazione del testo. "In questo modo si vuole parlare alla pancia della gente – tuona Biagi – soffiando sulla paura. Mi sembra di sentir parlare la Meloni o Salvini. Non mi piace questa caccia al nemico e poi non ci sono casi di mendicanti o accattonaggio prevalentemente di soggetti rom".
Fermo nelle sue posizioni resta il sindaco Lorenzo Alessandrini. "C’è già la legge a punire certi reati – premette – ma ai Comuni è demandato il compito di individuare le zone ’sensibili’ con allontanamento per 48 ore e, nel caso di recidiva, espulsione per un anno. Non c’è nessuna offesa etnica ai rom, solo un fatto di statistica: il 95% di esposti o richieste di intervento riguardano queste persone. Abbiamo tolto la specifica, ma la sostanza non cambia affatto. A Seravezza nessuno può fare i propri comodi a dispetto o svantaggio di tutti i cittadini: non voglio pù accattonaggio, gente che lascia escrementi o rifiuti o molesta persone e importuna anziani al supermarket. Anzi – rincara la dose – aver parlato di etnia rom è un riconoscimento importante: li abbiamo parificati agli italiani dal punto di vista sanzionatorio visto che i primi restano impuniti mentre una famiglia italiana si trova in grossi guai anche per una tettoia difforme. Finalmente abbiamo esplicitato che pure questi soggetti devono essere perseguiti".
Francesca Navari