MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Morto in un carcere francese. "Il caso Franceschi deve essere riaperto"

L’interrogazione del senatore del M5s Ferrara al ministro Di Maio: «Dove sono finiti gli organi del giovane carpentiere morto in cella?»

Daniele Franceschi morto in un carcere francese (Umicini)

Viareggio, 25 novembre 2019 - Le autorità francesi sostengono che Daniele Franceschi sia morto stroncato da un infarto. Era il 25 agosto 2010. A ritrovarlo «a terra con il viso verso il suolo, tutto rosso», fu il compagno di cella, nel carcere francese di Grasse. Si chiama Abdel il giovane franco-algerino che due giorni dopo la tragedia scrisse una lettera a mamma Cira. «Daniele – raccontò Abdel – negli ultimi tre giorni stava molto male e nessuno era venuto a visitarlo, nonostante le continue richieste di aiuto, fatta eccezione per una volta in cui fu portato in infermeria dove gli dettero semplicemente delle pastiglie».

Per la morte di Daniele – deceduto in attesa di un processo, per il presunto utilizzo di una carta di credito falsa in un casinò di Cannes – è stato condannato a un anno per omicidio involontario il medico del carcere Jean Paule Estrade, ritenuto colpevole di non aver curato il giovane carpentiere. Di cui si è perso il cuore, che poteva raccontare qualcosa; si sono persi i polmoni, i reni, la milza. Nessun organo di Daniele Franceschi, dopo l’autopsia all’ospedale di Pasteur, è stato restituito alla famiglia, che per questo non ha potuto avere una perizia di parte. Una contro-verifica, con uno specialista di fiducia.

«Il caso Franceschi deve essere riaperto», scrive a distanza di nove anni in un’interrogazione parlamentare il senatore Gianluca Ferrara , del Movimento Cinque Stelle, al ministro degli esteri Luigi Di Maio. «Sulla morte in carcere del giovane carpentiere – prosegue Ferrara – la famiglia non ha mai avuto risposte chiare dalle autorità francesi». Alla famiglia non sono stati mai restituiti gli organi, nonostante le ripetute richieste ufficiali dell’avvocato Aldo Lasagna. E non sono mai arrivati spiegazioni ufficiali.

Poi, all’inizio dell’anno mamma Cira ha ricevuto un biglietto, che ha aperto un inquietante pista. Una lettera anonima che lascia intendere che gli organi di Daniele, oltre 8 anni fa, potrebbero essere stati espiantati e trapiantati in altri corpi. «Che fine hanno fatto gli organi?» chiede ancora Ferrara. «Una domanda che rimane senza risposta, e nel rapporto fra due stati che fanno parte dell’Unione Europea questa è una situazione inaccettabile». «La lettera anonima – prosegue il senatore – introduce nuovi elementi al caso che andrebbe riaperto. A distanza di molti anni è necessario chiudere questa vicenda assicurando giustizia e risposte certe ai familiari della vittima». La battaglia di mamma Cira Antignano ha trovato una nuova voce, sperando che la richiesta e l’interrogazione non rimangano inascoltate. Un’altra volta. © RIPRODUZIONE RISERVATA