Morte Franceschi, la madre tuona: "Restituite gli organi di mio figlio"

Esposto di Mamma Cira alla procura di Grasse e a quella di Lucca

Daniele Franceschi morto in un carcere francese (Umicini)

Daniele Franceschi morto in un carcere francese (Umicini)

Viareggio, 25 agosto 2019 - Esattamente nove anni fa moriva Daniele Franceschi all’interno di un carcere francese a Grasse. Per quella morte inspiegabile a 36 anni di un ragazzo in salute è stato condannato per imperizia il medico dell’ospedale carcerario.

La mamma, Cira Antignano, non si dà per vinta. Non ha mai digerito quella verità ‘annacquata’ arrivata dalle autorità francesi e soprattutto non ha mai accettato il fatto che non siano mai stati restituiti gli organi dopo che fu effettuata l’autopsia sulla salma di suo figlio.

Anni di battaglie politiche e diplomatiche. Senza successo, senza avere mai delle risposte accettabili. Ma adesso si è decisa a sporgere denuncia. E sarà la prima iniziativa legale su questo specifico fronte. Cira Antignano ha dato mandato al suo avvocato storico e di fiducia, Aldo Lasagna che nei prossimi giorni formalizzerà un esposto-denuncia alla Procura di Lucca e, tramite il consolato italiano di Nizza, alla Procura di Grasse che già aveva indagato sulla morte di Daniele Franceschi.

L’avvocato Aldo Lasagna citerà espressamente l’istituto Pasteur, l’ospedale di Nizza dove si svolse l’autopsia di Daniele. «Gli organi furono esaminati in quell’istituto – dice l’avvocato Lasagna – ed è quell’istituto che doveva avere la responsabilità della conservazione e della restituzione. Se ci sono state delle responsabilità, è bene che vengano indagate dalle autorità».

Ma perchè soltanto adesso, nove anni dopo, viene intentata questa causa legale? «Perché nelle scorse settimane – spiega l’avvocato Lasagna – ci venne spedita una lettera da parte di un ex compagno di cella di Daniele. E questa lettera si concludeva proprio con la parola Pasteur, lasciando intendere che qualcosa, in quell’istituto, era effettivamente accaduto. Noi a questo punto chiediamo alle autorità francesi di indagare e fare piena luce sull’episodio». Perché mamma Cira, ne siamo certi, non si fermerà finché non avrà ottenuto ciò che disperatamente chiede da nove anni.