VIAREGGIO
Quattro-quattro-tre. Questa volta il calcio non c’entra. Nessuno schema di gioco. Ma segnatevi questi numeri. E magari, con le combinazioni possibili, giocateli pure al lotto. Ché la politica i numeri li ha già dati. E non solo a Roma, sebbene il caso Sangiuliano-Boccia stia macinando ascolti manco fosse la serie House of Cards. Sì, avete ragione il deputato Frank Underwood ha ben altra stoffa (e pure quel tantino di cinismo in più) dei protagonisti di questa telenovela estiva. Ma questa, appunto, è un’altra storia.
Torniamo al 4-4-3 che, appunto, potrebbe essere il risultato delle elezioni provinciali in programma il prossimo 29 settembre. Una partita che ha assai meno appeal di una sfida di bocce. E non solo perché votano unicamente sindaci e consiglieri comunali (con il voto ponderato sulla base dei residenti nei vari territori). Eppure ha surriscaldato le giornate della politica nostrana. Se, infatti, il centrodestra si è mostrato compatto nel ritrovarsi intorno alla candidatura alla presidenza di Mario Pardini, attuale sindaco di Lucca, non altrettanto è avvenuto nel centrosinistra dove alla fine l’ha spuntata il sindaco di Camaiore, Marcello Pierucci, preferito a quello di Pescaglia, Andrea Bonfanti.
Un duello dentro al Pd, ma anche tra la Versilia e Lucca. Pierucci, infatti, ha ottenuto il via libera solo giovedì sera dalla direzione territoriale della Versilia, benché un comunicato avesse anticipato di 24 ore la decisione presa. Il tutto per dare copertura ad una convocazione partita via Pec con l’indicazione, appunto, di ’’candidato certificato’’. Ma queste sono sottigliezze per azzeccagarbugli direbbe il Manzoni.
La verità è che il Pd ha messo due veti, raccontano le cronache lucchesi (non smentite da nessuno): una sul sindaco Lorenzo Alessandrini di Seravezza, l’altra sul sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro. Senza contare i maldipancia dei Riformisti che, con Francesco Colucci, hanno chiesto "discontinuità dalla presidenza Menesini" e di Azione che, con Marco Remaschi, chiede altrettanto. Per cui le liste in corsa saranno quattro: quella di centrodestra con il candidato presidente Pardini, quella di centrosinistra con il candidato presidente Marcello Pierucci (sostenuto dai lucchesi Luca Menesini e Andrea Raspini sulla base di un impegno politico in vista delle regionali), una a cui sta lavorando il sindaco di Seravezza Lorenzo Alessandrini (che avrebbe assicurato a Pierucci di indicare nel simbolo il suo aperto sostegno) e, infine, quella proposta da Remaschi e dal Del Ghingaro. Così, alla fine, potrebbe finire proprio 4-4-3, ovvero gli eletti dei tre gruppi. Il che equivarrebbe ad una non-vittoria alla Bersani in casa del centrosinistra (pur esprimendo il presidente) e un centrodestra compatto e rinforzato nelle proprie alleanze interne. E, infine, i civici rafforzati nel loro ruolo di soggetti da cui non si può prescindere nelle competizioni elettorali regionali o amministrative che siano.
E la Versilia? Alla fine, commenta una esponente di spicco del Pd versiliese "avremo il presidente, ma eleggeremo un solo rappresentante tra Francesca Bianchini di Massarosa e Clarissa Pardini di Seravezza e per giunta senza aver la maggiornaza in consiglio". Sempre che l’irregolare Alessandrini non riesca a soffiare un eletto al centrosinistra e allora finirebbe 3-4-3-1. Menomale che c’è l’affaire Boccia-Sangiuliano. Già, a che punto siamo?
Marco Principini