La zona di Strettoia resta quella a più alto rischio frane, mentre i corsi d’acqua come il Baccatoio e il Fiumetto confermano la loro fragilità a livello idrogeologico. Ecco perché manutenzione e prevenzione sono i punti-cardine del piano strutturale approvato un mese fa in consiglio comunale. Parola del geologo massese Francesco Ceccarelli, classe ’71, che ha redatto sia il nuovo strumento urbanistico sia quello precedente del 2014.
A distanza di 10 anni è cambiato qualcosa a Pietrasanta?
"Premesso che gli ultimi eventi climatici, sempre più estremi, hanno innalzato il livello di attenzione, le criticità più o meno rimangono le stesse. La collina ha una forte propensione al dissesto per caratteristiche geologiche che la accomunano alle Apuane. Sono catene piuttosto ’giovani’ avendo poche decine di milioni di anni di vita".
Qualcosa sarà stato fatto sul territorio pietrasantino.
"Negli ultimi 20 anni sono state realizzate tante opere dal punto di vista idraulico e per le frane. Ma con questi eventi meteo-climatici sempre più importanti, dovuti al surriscaldamento dei mari, possono non bastare per assicurare una totale sicurezza. È fondamentale anche il corretto comportamento da parte dei cittadini: ognuno deve fare la propria parte".
Tradotto?
"A Pietrasanta ci sono sempre stati i terrazzamenti in collina, dall’ulivo alla vite fino ai castagni. Una volta se il muretto a secco era deteriorato veniva subito ripristinato. Oggi invece c’è un completo abbandono perché la montagna non è più una risorsa ma solo un costo: è cambiato il modo di vivere. Servono delle politiche affinché la cura e la conservazione del territorio da parte dei privati diventino una risorsa. La prevenzione è anche manutenzione".
Il clima incide?
"Tanto, perché la natura tende a riequilibrarsi. Da tempo si assiste a piogge con picchi millimetrici elevati e in un arco temporale sempre più ristretto. La natura ’reagisce’ con frane e alluvioni: essendoci un deflusso maggiore verso valle c’è bisogno di una sezione idraulica adeguata, altrimenti esonda tutto".
Veniamo allora alle indicazioni del piano strutturale.
"Con questo strumento abbiamo messo in evidenza la presenza di aree a pericolosità geomorfologica, idraulica e sismica. Nel primo caso la zona piu fragile e a rischio frane è Strettoia. A livello idraulico il torrente Baccatoio, la Gora degli opifici e il fosso Fiumetto, ma mai quanto il fiume Versilia. Sul piano sismico le zone pedemontane, ma in forma lieve. Basti pensare che gli effetti più pesanti qua ci sono stati l’ultima volta nel 1920 per il sisma in Lunigiana e Garfagnana. In ogni modo per mitigare il fenomeno abbiamo introdotto una carta della pericolosità che indica le aree che amplificano un evento tellurico".