Viareggio, 7 agosto 2024 – Nel primo film della saga Mission: Impossible , quando Ethan Hunt deve trafugare i dati contenuti nei computer della Cia, per evitare gli inscalfibili sistemi di protezione della sede centrale dell’agenzia decide di arrivare a Langley in volo, per poi calarsi dal soffitto con una fune. Quasi trent’anni dopo, altri ladri, tutt’altro che cinematografici, hanno imparato ad usare lo spazio aereo per portare a termine i loro propositi criminali. A differenza del superomistico e pettinatissimo personaggio di Tom Cruise, però, i malviventi non arrivano in volo: piuttosto, usano la tecnologia più in voga del momento – i droni – per verificare la presenza degli inquilini e pedinarne i movimenti.
L’ultimo ritrovato dell’ingegno umano prestato al "male" ha iniziato a muovere i primi passi qualche anno fa: le prime notizie di topi d’appartamento pizzicati a far volare i droni per spiare i propri target arrivano dalle grandi città, Roma e prima ancora Milano, ma la pratica – come sempre – si è subito sparsa in giro per lo Stivale.
Il modus operandi, nel corso della tante operazioni condotte dalle forze dell’ordine in tutta Italia, è stato ricostruito con una certa precisione. In genere, le bande di topi d’appartamento ’professionisti’ che operano d’estate, nel periodo in cui le famiglie se ne vanno in vacanza, prendono le prime informazioni da chi ha uno sguardo privilegiato sui movimenti nei quartieri o nei paesi: avventori fissi dei bar, venditori ambulanti e quant’altro. In questo modo, i malviventi iniziano a capire quali sono le famiglie più agiate, dove abitano e come si muovono.
Poi, una volta individuati gli obiettivi, fanno volare i droni. Video e immagini acquisiti dall’alto li aiutano, in prima battuta, a capire se le famiglie siano via; in alternativa, servono a ricostruirne la routine, in modo da individuare delle finestre temporali in cui agire indisturbati, o quasi.
Quella dei droni è sicuramente l’innovazione più palese. Ma non è l’unica: da qualche tempo, i malviventi hanno perfezionato altre tecniche per verificare se le ’prede’ siano in vacanza o meno. Nel film La Stangata , Robert Redford/Johnny Hooker ha i sicari del ’cattivo’ alle calcagna, e dunque lascia un pezzettino di carta incastrato tra la porta e il muro di casa per capire se sia stata aperta da qualcuno. I ladri di oggi sono più innovativi: sia nelle abitazioni singole, sia nei condomini, applicano del silicone sotto lo stipite della porta. Quando il padrone di casa apre, il "filo" di silicone si spezza. È difficile accorgersene: il materiale è trasparente e talmente leggero da non opporre resistenza. Ma i topi d’appartamento hanno l’occhio lungo: in capo a un paio di giorni tornano a verificare e, dove trovano il silicone ancora integro, sanno che la casa è temporaneamente disabitata.
Per far fronte alle strategie sempre più cervellotiche dei malviventi, ci sono alcuni accorgimenti da seguire. Anche chi ha una seconda casa sfitta, ma soprattutto chi si allontana per un po’, dovrebbe stare attento ai tanti, piccoli segnali che un malvivente addestrato dall’esperienza riconosce al primo sguardo: una giardino poco curato, ad esempio, attira attenzioni indesiderate; una cassetta della posta piena, ancora di più. Nei condomini più grandi, in cui è maggiore in viavai di gente, sarebbe consigliabile avere un servizio di portineria: una sentinella che possa riconoscere subito una faccia estranea. Ma più di tutto, sottolineano le forze dell’ordine, quel che tiene lontani i malviventi è la comunità: il caro, vecchio ’buon vicinato’ che non si rintana nel perimetro del suo interesse, ma butta un occhio anche a quel che succede nei dintorni.