Doppio canone alle case vista mare: "Strangolati dalla burocrazia". Residenti furiosi: "Basta aumenti"

Le abitazioni delle vie Modena e Barellai equiparate ai bagni come se producessero un reddito. Affitto pagato al Comune e al Demanio marittimo anche se occupano pochi metri quadrati .

Doppio canone alle case vista mare: "Strangolati dalla burocrazia". Residenti furiosi: "Basta aumenti"

Doppio canone alle case vista mare: "Strangolati dalla burocrazia". Residenti furiosi: "Basta aumenti"

Via Modena e via Barellai sono due piccole stradine che si allungano fra la Passeggiata e i bagni da piazza Campioni fino al Balena. Una piccola striscia di terra dove, oltre al retro dei negozi e agli ingressi degli stabilimenti balneari, ci sono una quindicina di abitazioni private. Di residenti, di comuni cittadini. Che nel tempo hanno visto decuplicare il canone demaniale marittimo legato al diritto di superficie. Con un’anomalia che è un po’ lo specchio di come funzionano le cose in Italia.

I residenti pagano un diritto di superficie, come è giusto che sia, al demanio comunale. E fin qui tutto nella norma. Devono però pagare anche – e qui sta l’anomalia – una quota (ogni anno sempre più alta) al demanio marittimo, perché queste abitazioni per percentuali minime (che variano da 8 a 20 metri quadrati) insistono anche sul demanio marittimo. Un doppio affitto, insomma, dovuto a due enti diversi per il medesimo bene, cioè la casa di proprietà. Che per qualcuno è una seconda casa ma che per altri, invece, è una prima casa a tutti gli effetti. Viareggini oggi pensionati, oppure dipendenti pubblici o privati. Che non hanno stipendi da nababbi né tanto meno traggono profitto dalle abitazioni.

Moreno Pisani è uno di questi. Dipendente comunale in pensione, abita lì dagli anni Cinquanta. C’è nato, insomma, vissuto e cresciuto. Senza svolgere lì nessuna attività professionale ma la sua abitazione viene equiparata in tutto e per tutto a uno stabilimento balneare. "Al momento – spiega Moreno Pisani pago 7.300 euro all’anno al demanio comunale. Ma pago anche 3.700 euro l’anno al demanio marittimo cui si aggiunge un 25% da dare alla Regione per un totale di 4.400 euro. Così non ce la facciamo più". Ti costringono a vendere, insomma. Ma chi compra sapendo che ci sono queste gabelle da pagare? Di qui la protesta – di cui qualche giorno fa si è occupato anche Striscia La Notizia.

"Il Demanio marittimo – dice ancora Pisani – sbaglia a equipararci agli stabilimenti balneari. E sbaglia anche a imporci una tariffa unica a prescindere dai metri quadri che è 3.700 all’anno sia che tu abbia 5metri quadri sia che tu ne abbia 20. Chiediamo che a questo punto ci facciano un prezzo per acquistare quel piccolo tratto di demanio marittimo oppure che si torni a canoni più ragionevoli, quelli prima del 2020 quando pagavamo 350-400 euro. Terza ipotesi che venga istituita quantomeno una tariffa al metro quadrato. Insomma non possiamo pagare un affitto da oltre 4.000 euro all’anno solo perché la soglia di casa insiste sul demanio marittimo... è veramente troppo".

Paolo Di Grazia