
Il primario del Pronto Soccorso Giuseppe Pepe insieme a Bruno Murzi arrivato in ospedale nelle vesti di presidente della Conferenza dei sindaci
Il sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi, in qualità di presidente della Conferenza dei Sindaci della Versilia, si è recato ieri al Pronto soccorso per portare la sua solidarietà e quella dei colleghi al direttore della struttura Giuseppe Pepe e a tutto il suo staff, dopo il decesso di una donna di 65 anni nel parco di via dei Comparini a Viareggio e l’inchiesta che ne è seguita da parte della Procura che ha iscritti due medici nel registro degli indagati. "Come comunità versiliese dobbiamo essere grati ai medici, agli infermieri e a tutto il personale del Pronto soccorso e dell’ospedale – ha evidenziato Murzi – che lavorano ogni giorno con professionalità e dedizione, spesso in condizioni difficili, per garantire assistenza. Il punto su cui mi voglio concentrare è che il Pronto soccorso non deve diventare, come purtroppo avviene spesso, il collo di un imbuto in cui finiscono tutti i problemi. Il Pronto soccorso è iper utilizzato, spesso in maniera non appropriata, e si tratta di una maniera scorretta di utilizzare le risorse disponibili".
Senza entrare nella vicenda specifica, Murzi dice di non voler "accettare i processi sommari sui social: esprimo piena solidarietà, anche da parte degli altri sindaci, ai medici ‘avvisati’ e a tutti i loro colleghi". Murzi sottolinea anche che una riflessione sulla morte della signora Morrene la si debba comunque fare. "Ho in programma un incontro con la direttrice generale Casani proprio per analizzare questo problematiche e cercare insieme le soluzioni".
“Mi ha fatto molto piacere – ha detto il direttore del Pronto soccorso Giuseppe Pepe - la vicinanza, a me e ai colleghi, da parte della direttrice generale Maria Letizia Casani, della direttrice del presidio Grazia Luchini, di altri rappresentanti dell’Asl e della Conferenza dei sindaci. Vorrei far capire che il tema non è difendere la categoria dei medici ma il diritto alla salute dei pazienti che giungono in Ps in gravi condizioni. Le cure tempestive e migliori sono ormai intralciate e rallentate da una crescente attività poco sanitaria, sempre più sociale e di tipo compilativo-burocratico".