REDAZIONE VIAREGGIO

Patrimonio, altri due ricorsi contro il fallimento

L’ex amministratore unico e l’affittuario contestano la validità della sentenza

Gianluca Ruglioni è passato all’attacco

Viareggio, 17 ottobre 2015 - COMINCIANO a moltiplicarsi, come La Nazione aveva ipotizzato dopo il fallimento della Patrimonio, i ricorsi per l’annullamento della sentenza del tribunale fallimentare di Lucca: e non solo da parte di ex amministratori. Oltre alla Banca del Monte, sono stati presentati altri due ricorsi da parte di Raffaello Matraia e dell’ultimo amministratore unico della società, Gian Luca Ruglioni.

Raffaello Matraia è il proprietario dell’immobile di via San Francesco in cui si trovano gli uffici della Patrimonio, affittuaria dell’intero stabile. Matraia vanta un credito, ora finito nell’asse fallimentare, per oltre 300mila euro. E la motivazione del ricorso, oltre al fatto che come creditore chirografario rischia di non recuperare nulla, dipende proprio dalla natura pubblica della Patrimonio, interamente partecipata dal Comune. «Sapendo che l’affitto era garantito dal Comune – afferma Matraia – il contratto fu stipulato senza alcuna fidejussione a garanzia del pagamento. Tutti gli attuali creditori si sentivano infatti tranquilli per la presenza del Comune. Adesso vorrebbero cancellare i debiti con una sentenza di tribunale?» si domanda.

Più complessa, ma in un certo senso collegata, la motivazione che ha spinto il dottor Ruglioni a fare ricorso. Anche nella memoria di 35 pagine inviata alla Procura presso la Corte d’Appello Ruglioni ripete la tesi che ha sempre sostenuto: la Patrimonio è una società in house e dunque non può fallire. «Avevo già presentato il parere della professoressa Dianora Poletti – spiega Ruglioni – che dimostrava chiaramente come la Patrimonio, società interamente posseduta dal Comune, sia un prolungamento amministrativo del Comune stesso e quindi non possa essere dichiarata fallita. Altri invece hanno creduto di ravvisarvi un’attività commerciale per la gestione degli ombrelloni del Principe di Piemonte; ma quel bagno di proprietà della Patrimonio non è mai stato gestito da noi, bensì dalla Congressi Srl. Ci sono persone che credono di aver risolto il problema del debito pubblico». O quanto meno di una fetta del debito; Si ipotizza che la massa passiva della Patrimonio si aggiri sugli 88milioni di euro, di cui oltre 40milioni verso il Comune, dai quali l’ex amministratore vantava una cifra di poco inferiore. «In tutti questi anni – prosegue l’ex amministratore – il Comune ha scaricato i suoi debiti sulla Patrimonio e ora col fallimento si rifiuta di pagare i creditori mentre invece questi debiti dovrebbero entrare nella massa passiva del dissesto. Sarebbe facile risolvere i problemi dell’Italia se lo stato facesse come il Comune di Viareggio. Io sono stato chiamato per scindere la società e creare la società della riscossione, ma – ggiunge – i politici non me l’hanno lasciato fare. Ho cercato di mandare avanti la società nel migliore dei modi, ho eliminato sprechi e qualche dipendente che non andava, e per la prima volta ho avviato il recupero delle tasse evase. A differenza che in passato ho anche ricominciato a riversare al Comune le tasse riscosse. E ora, col fallimento, vorrebbero dirmi che io avrei dovuto far fallire la società in precedenza? La società è in house, non è fallibile, e il Comune deve farsi carico di ripagare i creditori e i dipendenti senza questa scappatoia del fallimento, fatta apposta per scaricarsi di dosso definitivamente le passività create dagli amministratori pubblici».

Ora un eventuale accoglimento dei ricorsi avrebbe effetti inimmaginabili anche sulla riapertura del Principino: infatti immobile e bagno sono proprietà della Patrimonio. L’attività della Congressi è cessata definitivamente e tutto è in mano al curatore della Patrimonio Donato Bellomo, e se dovesse saltare il fallimento salterebbero anche tutte le iniziative in corso per assegnare la gestione provvisoria del congressuale e del balneare.