Concessioni balneari, il rinvio non è valido

Il dietrofront sulle concessioni demaniali in Versilia ha scosso i comuni costieri: le proroghe al 2024 annullate, aste pubbliche entro 60 giorni. Autorità garante della concorrenza interviene, definendo le proroghe ingiustificate e illegittime.

Il dietrofront è arrivato come una doccia gelata per tutti i comuni costieri. Le proroghe delle concessioni demaniali al 31 dicembre 2024 non sono valide e pertanto entro 60 giorni i sindaci dovranno indire le aste pubbliche, incubo che da tanti anni toglie il sonno ai balneari italici. Così si è espressa l’Autorità garante della concorrenza e del mercato con il parere firmato ieri dal presidente Roberto Rustichelli e rivolto a tutti i comuni che a fine dicembre 2023 avevano deliberato la proroga delle concessioni. Inclusi quelli della Versilia, con Viareggio che si era espressa in tal senso prima di Natale mentre Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi avevano provveduto nei giorni successivi.

Secondo l’Autorità le proroghe violano le norme sulla concorrenza stabilite nel 2006 dalla direttiva Bolkestein e pertanto le aste pubbliche non sono più in agenda il prossimo anno ma nel 2024. A tre anni di distanza torna di fatto a materializzarsi ciò che il Consiglio di Stato aveva sentenziato nel 2021 dichiarando illegittime le proroghe decise a livello nazionale, portate fino al 2033, stabilendo che a fine 2023 le concessioni avrebbero perso efficacia. Posizione confermata anche dalla Corte di giustizia Ue, che lo scorso luglio sottolineò la necessità di riassegnare al più presto il demanio marittimo tramite procedura di evidenza pubblica. Fino alla lettera a novembre con cui la Commissione Ue annunciò la possibilità di una procedura d’infrazione. La risposta dei comuni come detto era arrivata lo scorso dicembre con le delibere di proroga in virtù della legge Draghi 118 del 2022 che contemplava le proroghe in caso di comprovati problemi oggettivi e temporali, insieme all’assenza di linee guida dal governo. Delibere che l’Autorità, invece, definisce ingiustificate. "Il continuo ricorso a tale strumento – scrive il presidente Rustichelli – viola i principi della concorrenza stabiliti dalla Bolkestein in quanto impedisce il confronto competitivo per il mercato e pertanto deve essere disapplicato. I comuni devono indire procedure di gara finalizzate a nuovi affidamenti delle concessioni scadute".

L’Autorità ritiene inoltre le proroghe "illegittime" in quanto la legge Draghi del 2022 non è più esistente. Quanto invece al concetto di scarsità delle aree demaniali, l’Autorità si collega a quanto deciso dal Consiglio di Stato, che aveva rilevato una "notevole scarsità", elemento che secondo l’Autorità rende le dinamiche concorrenziali affievolite a causa della lunga durata delle concessioni esistenti.

Daniele Masseglia