Cerri, il papà del Cavalluccio

Cerri, il papà  del Cavalluccio

Cerri, il papà del Cavalluccio

Un lavoratore instancabile. Con addosso la cultura del “senza passione e senza impegno non si raggiungono gli obiettivi”. Era un sognatore Armando Cerri. Ogni giorno aveva un’idea. Un progetto. Inseguiva il bello e l’utile. Un personaggio che i “boomers” ricordano sicuramente con grande affetto perché per un quarto di secolo è stato l’uomo del “Cavalluccio Marino”, il “Cava” dei pomeriggi in discoteca, del divertimento, della musica, degli amori giovanili. Un personaggio-antipersonaggio che si era costruito dal nulla. Con ingegno e la capacità di sapere cogliere le occasioni giuste per investire in un momento in cui Lido di Camaiore cominciava ad allargarsi e diventare meta privilegiata per le vacanze. Insomma, uno che si fatto partendo dal basso. Ma nel momento in cui era diventato “qualcuno”, certo non se la tirava: continuava a lavorare - sempre con il sorriso stampato sul volto - come il primo giorno. E quando si muoveva non sfoggiava macchinoni, spesso con un furgoncino con il cassone per essere sempre “lui”, semplice e vero. Il bernoccolo per gli affari lo aveva portato sul mare, prima con il bagno e poi con la sala da ballo. Quindi il “Cavalluccio Marino”, l’ardimentosa discoteca tempio dei giovani (e di dj emergenti), con il tetto apribile. Un gioiello. Armando Cerri ne era fiero. “Chi ha avuto di più dalla vita è giusto che un po’ lo ridistribuisca dove vive” diceva (una frase che condivideva con il fratello Velio, anche lui imprenditore), manifestando un pensiero sociale & socialista. E in effetti, con convinzione era diventato anche dirigente della società calcistica locale, investendo in proprio nel campo“Benelli”, dotando la società di uno staff tecnico di qualità per far sì che i giovani avessero insegnanti di calcio e di vita, come Gianfranco Dell’Innocenti, Roberto Romboni, Moreno Iacopini, Giorgio Faccio. Ora il “Cavalluccio Marino”, o “Cava” che dir si voglia vive nel ricordo di chi l’ha frequentato. La recente serata-evento amarcord è la dimostrazione di quanto sia ancora viva quell’epoca d’oro. Da dove si trova ora, il buon Armando avrà sicuramente sorriso aggiungendo “divertitevi ragazzi, chi vuol essere lieto sia, di doman non c’è certezza...”.