
La suggestione della cena di gala «apparecchiata» all’ombra dei giganti
Per qualcuno un’importante occasione economica e d’immagine; per altri, invece, la "profanazione" del tempio popolare dei coriandoli. La Cittadella, tornata da pochi mesi nella piena proprietà della Fondazione Carnevale, mercoledì ha aperto le sue porte, offrendo (in affitto) la scenografia dei "giganti" per un’importante cena di gala aziendale. Quella organizzata della CCH Tagetik, del gruppo Wolters Kluwer: multinazionale specializzata nella creazione di software per l’area finance.
Centinaia gli ospiti, arrivati da ogni latitudine del mondo e riuniti intorno alla tavole apparecchiate di rosso, di nero e di bianco, per una serata "indimenticabile". "Circondati dall’arte dei maestri di cartapesta, dalle mostre immersive e dal vivace spirito carnevalesco – il post condiviso dall’azienda sui canali social –, abbiamo celebrato l’innovazione, la comunità e il futuro della finanza in una cornice spettacolare".
L’evento, come tutto ciò che si muove attorno al mondo dei coriandoli, ha inevitabilmente aperto un dibattito tra i viareggini. Sull’opportunità, o meno, di affittare gli spazi di un’istituzione culturale, com’è la Cittadella, per eventi privati. La Fondazione, guidata da Marialina Marcucci, apre con convinzione a questo nuovo modello di business; purché gli eventi, di grande respiro, valorizzino il patrimonio storico e artistico del Carnevale. Come il galà della Cch Tagetik, che ha ospitato persone di tutti i continenti, curato con eleganza gli allestimenti e scelto per le forniture aziende del territorio sostenendo l’indotto. Il fronte degli scettici ha esternato sui social il timore che questa apertura possa snaturare la natura pubblica e popolare della Cittadella, non la pensa così l’ex presidente della Fondazione Alessandro Santini: "La Cittadella – dice – è sempre stata affittata per eventi privati, anche in passato. Averne di eventi di questo tipo e di questo valore...".