
La linea comune è sempre la solita: Cava Fornace va messa in sicurezza e chiusa per sempre. Ma la politica...
La linea comune è sempre la solita: Cava Fornace va messa in sicurezza e chiusa per sempre. Ma la politica versiliese è divisa dopo che il gestore, "Programma ambiente Apuane", ha presentato alla Regione un progetto per il sistema di drenaggio del percolato, danneggiato a causa del crollo dell’argine avvenuto nel maggio 2024 all’interno della discarica. Nell’edizione di ieri il "Comitato cittadino contro la discarica" aveva espresso contrarietà dato che entro fine luglio il gestore deve consegnare il progetto legato al Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) e ottemperare alle prescrizioni contenute nella diffida della Regione ai fini della messa in sicurezza del sito.
Così la pensa Enrico Ghiselli, ex assessore all’ambiente di Forte dei Marmi e oggi consigliere di minoranza, oltre che membro del comitato cittadino. "Mi sembra tutta un farsa. L’evento del 6 maggio 2024 – dice – doveva essere un punto di svolta. E stato dimostrato che il gestore, quando nel 2023 presentò il Paur per poter proseguire i conferimenti dichiarando che la discarica era ’sicura’, sosteneva cose non vere. Pertanto, a seguito del crollo, il Paur doveva essere chiuso. Poi c’è stata un’altra farsa, ossia l’inchiesta pubblica attivata dalla Regione: le criticità segnalate da comitati, cittadini, associazioni ambientaliste e alcuni enti non sono mai state prese in considerazione. Ora viene fuori che ’Alia’ (azionista di Programma ambiente Apuane all’85%, ndr) non ha fatto un piano di impresa per poter chiudere la discarica in qualsiasi momento perché non ha i soldi per farlo. Chiedo quindi che la Regione rigetti il Paur: la politica deve dirigere le scelte nell’interesse del bene pubblico".
Più guardinga invece l’assessore all’ambiente di Pietrasanta Tatiana Gliori (nella foto): "Capisco la mancanza di fiducia dei comitati, ma li invito ad attendere la data-spartiacque del 31 luglio. In teoria il nuovo progetto dei gestori potrebbe rientrare nella messa in sicurezza e chiusura. Il percolato va infatti gestito a prescindere, in quanto continuerà a colare per trent’anni. I gestori chiedono una diversa regimentazione dell’acqua piovana e una vasca più grande o aggiuntiva, che sarebbe preferibile. Non sono preoccupata, purché il fine sia quello della chiusura definitiva, messa in sicurezza e gestione post-mortem, di certo non per nuove coltivazioni".
d.m.