Viareggio, 22 settembre 2024 – A quattro giorni dalla devastante tragedia che ha spezzato la vita di due giovani studentesse tedesche, continua a rimanere senza risposta la domanda principale: com’è stato possibile?
Il dato oggettivo è che Katia Pereira da Silva, la 44enne brasiliana alla guida del suv che ha travolto otto persone, non era salita in auto sotto l’influsso di alcol o droghe. Si fanno largo, dunque, due tipi di ipotesi: un guasto tecnico alla macchina, oppure un problema occorso alla stessa Pereira da Silva. La donna sostiene di non avere memoria di quanto accaduto. I ricordi, sostiene, le tornano dal momento in cui è stata estratta dall’auto.
Ne abbiamo parlato con Renato Galli, vice direttore del dipartimento di specialità mediche dell’Asl Nord-Ovest e direttore dell’Unità operativa di neurologia all’ospedale Lotti di Pontedera.
Dottore, in cosa consistono questi ’black out’ mentali?
“Per prima cosa, vorrei sottolineare che quando ho visto le immagini mi ha colpito la reazione della guidatrice. Sembrava quasi inconsapevole. Per questo, credo che valga la pena indagare l’episodio da un punto di vista medico”.
In effetti, la difesa dovrebbe procedere con una perizia neurologica. Si può davvero perdere aderenza con la realtà in modo così netto?
“Sì, ad esempio a causa di una crisi epilettica. Nell’immaginario collettivo, si tratta di un’esperienza collegata allo svenimento, alla lingua che ostruisce la gola eccetera. Ma non è l’unica possibilità: ci sono fattispecie in cui è come se venisse spento un interruttore. In questo caso, diventa fondamentale la testimonianza della passeggera che era con la guidatrice. La donna alla guida non avrebbe potuto esser presente a se stessa, e probabilmente avrebbe avuto movimenti incontrollati delle mani”.
La passeggera ha raccontato di aver urlato, quando la macchina ha iniziato a sbandare, e di non aver ricevuto risposta da Pereira da Silva.
“Questa potrebbe confermare la perdita di contatto con l’ambiente circostante”.
Ci sono altre ipotesi che si potrebbero indagare con una visita neurologica?
“Un’altra possibilità legata a questo black out improvviso potrebbe derivare da una sospensione improvvisa dell’afflusso di sangue al cervello, causata da un’aritmia cardiaca. È un’eventualità che si associa a una perdita di coscienza. Ripeto: un esame andrebbe fatto. E c’è anche un’altra possibilità”.
Quale?
“Esistono anche episodi di natura psichica-funzionale, che però quasi mai portano a fenomeni lesivi verso se stessi o nei confronti degli altri. Personalmente, quando ho sentito la notizia, la prima cosa che ho detto a mio figlio è stata: ’crisi epilettica’. Anche questo fatto di non ricordare niente... Serve un’indagine medica”.
DanMan