ALICE GUGLIANTINI
Cronaca

Cambia la pineta del Parco Sostituiti gli alberi secolari

I tecnici di San Rossore: "È necessario per mantenere il bosco forte e sano". I tagli sono stati effettuati a scacchiera con al massimo 3 ettari contigui a raso.

Cambia la pineta del Parco Sostituiti gli alberi secolari

di Alice Gugliantini

Una lunga distesa più simile a una prateria che a una pineta. È quanto si può vedere dal treno nell’attraversare la Tenuta di Migliarino, area del Parco Migliarino San Rossore, poco dopo la stazione di Torre del Lago. Della flora ben conosciuta non c’è più traccia, ma è lo stesso ente a spiegarne i motivi. "Si tratta di tagli di rinnovo nelle pinete più vecchie. I pini, in questo caso domestici, hanno una vita media di cento anni: oltre questa età cominciano a crollare facendo posto ai lecci. Quindi per mantenere il bosco forte e sano e per mantenere le pinete come le conosciamo quando raggiungono questa età vengono tagliati su superfici limitate per poter ripiantare pini più giovani. Questo permette anche di rendere il bosco più resistente e resiliente nei confronti dei cambiamenti climatici".

La cura della pineta con queste tecniche chiamate selvicoltura è un’arte antica, vecchia di secoli, che di anno in anno si migliora grazie alla ricerca e a nuove tecniche. "Bisogna sottolineare infatti che le pinete così come le conosciamo oggi sono il frutto dell’interazione tra uomo e ambiente, sono una vera e propria coltivazione e in questo senso vengono curate e mantenute".

La zona comunque rientra nel territorio del Parco ma è di proprietà privata. "Queste operazioni, di disboscamento e ripiantumazione nella Tenuta di Migliarino, sono effettuate dai proprietari delle aree, che sono private, e seguono le indicazioni dei piani di gestione forestale pluriennale, autorizzati dal Parco con indicazioni ambientali. Gli appezzamenti privati di Migliarino sono ognuno di diverse centinaia di ettari, i tagli sono effettuati a scacchiera con al massimo 3 ettari contigui a taglio raso. Gli interventi hanno inoltre l’autorizzazione paesaggistica del Comune e della Soprintendenza e l’approvazione per il vincolo idrogeologico. Le Guardie del Parco e la responsabile forestale dell’ente sono impegnati ogni anno in sopralluoghi periodici per verificare la corretta esecuzione degli interventi". Le pinete di pino domestico, come quella in questione, "nel complesso godono di buona salute perché sono coltivate, curate, mantenute e vengono monitorate dal Parco per capire quando lo stress del cambiamento climatico incide. Quando diventano vecchi i pini diventano più suscettibili a prendere malattie derivanti da funghi, che li fanno marcire e poi eventualmente cadere, ed insetti che scavano gallerie nel legno. Sono dinamiche che accadono normalmente". Invece riguardo le pinete di pino marittimo, negli ultimi quindici anni sono state attaccate da un insetto alloctono e specifico per questa specie, il Matsucoccus. La fascia di pini più vicina al mare è stata colpita ed al suo posto si stanno costituendo boschi di altre specie come lecci e pino domestico, anche grazie a dei rimboschimenti effettuati da Parco e Comuni. Il cambiamento climatico in generale è causa di stress agli ecosistemi. "È proprio la biodiversità il fattore principale per difendere gli ecosistemi dal cambiamento climatico", concludono dal Parco.