
Eugenio Vassalle ha chiesto al Comune di conservare per un anno le cauzioni versate dalle ditte che hanno fatto i lavori
Viareggio, 8 luglio 2016 - PIOVE sul bagnato. In una città ai vertici della classifica delle strade più sfondate ci si mettono anche le fibre ottiche. Pare che la posa dei cavi favorisca lo sprofondamento dell’asfalto qua e là. Questa è almeno la tesi del presidente di Mover Spa Eugenio Vassalle.
«LE BUCHE che si stanno aprendo in città a macchia di leopardo – scrive Vassalle – sono dovute ai lavori che si stanno svolgendo per le fibre ottiche. La ditta che esegue i lavori usa l’idrosonda che, perforando il terreno sotto strada con getti d’acqua compressa sparata con forte pressione, scava in orizzontale il tracciato e se trova degli spazi li inonda e li scava creando dei cuscinetti sotterranei. Una volta finito il tracciato e tappati i buchi d’ingresso, in poco tempo lo spazio vuoto creato dall’acqua cede, crea uno svuotamento detto dolina e la frana del manto stradale diventa inevitabile». Viareggio come il Carso, terra delle doline. Ma là il fenomeno è naturale, qua dipende dal fatto che il sottosuolo di Viareggio è sabbia, ovunque, e ogni perdita d’acqua può creare un sifone che spazza via la sabbia su cui si regge, oltre all’asfalto delle strade, anche l’intera città. Figuriamoci se l’acqua viene spara ad alta pressione per creare dei canali nel sottosuolo.
«STIAMO coinvolgendo l’ufficio lavori pubblici del Comune – assicura Vassalle – affinché vengano richiamate le ditte interessate per il ripristino dei cedimenti. E invitiamo l’ufficio a conservare per almeno un anno dalla conclusione dei lavori la cauzione versata a garanzia di eventuali danni, perché non si ripetano anomalie simili». Di recente, proprio per una perdita d’acqua dalle condotte, è apparsa una bella buca proprio in centro. Il fenomeno è lo stesso che ha fatto franare la strada sul Lungarno fiorentino. Il getto per le fibre ottiche non è a questo livello, ma cosa fa l’acqua nel sottosuolo sabbioso di Viareggio è noto da sempre. Però, buca più buca meno, che volete che sia. Tanto Viareggio è tutta una «buetta». O forse è il caso di farle sparire, queste «buette».