REDAZIONE VIAREGGIO

Bruciò il Sars per vendetta: tre anni

Condannato il marocchino che dette fuoco al centro sociale dopo essere stato scoperto a rubare

Dette fuoco per vendetta al Centro sociale Sarsa in Darsena nell’estate di due anni fa. Ieri mattina il responsabile di quel gesto assurdo e inqualificabile, Hicham Kasraoui, marocchino, è stato condannato a tre anni di reclusione in rito abbreviato dal Gup Alessandro Trinci per incendio doloso. Il giudice ha dunque accolto la tesi del sostituto procuratore di Lucca, Antonio Mariotti, basata sulle indagini e minuziose ricostruzioni fatte dagli agenti del commissariato di polizia di Viareggio che riuscirono a identificare il responsabile che era quella notte era fuggito.

I fatti che destarono all’epoca clamore in città, risalgono alla notte tra il 10 e l’11 agosto del 2019.

Le fiamme, secondo quanto emerso in Tribunale erano state appiccate dall’imputato che qualche minuto prima del rogo era stato fermato da un militante del Sars che lo aveva sorpreso ad aggirarsi tra le auto in sosta con atteggiamento sospetto mentre era in corso la festa dei Partigiani, nella Pineta di Levante. L’esponente del centro sociale si era accorto che quel giovane voleva rubare delle biciclette e pertanto gli aveva intimato di allontanarsi e di non farsi più vedere in zona. Ne nacque un diverbio fra i due: invece di andarsene via perché vistosi scoperto, quel giovane reagì lanciando una bottiglia di vetro. Poi si allontanò e tornatò con tre pietre, tirandole tra gli stand della festa, vicino al banchetto dei familiari della strage di Viareggio, ed è scappato via, proprio in direzione del Palazzetto dello Sport. Verso la piscina, e il Sars appunto. Poco dopo si sono alzate le fiamme nel piazzale del centro sociale, che hanno distrutto un camper, un container, due scooter e coinvolto altri mezzi.

Dentro al Centro sociale Sars per fortuna non c’erano persone, ma solo i cani, salvati dal pronto intervento del militante. Che ha provato a spegnare l’incendio, è entrato nel container e ne è uscito ricoperto di fuliggine. In via precauzionale, per i fumi inalati, fu accompagnato al pronto soccorso. Ma il rogo si propagò in fretta, impossibile da domare senza mezzi adeguati. E sul posto a sirene spiegate arrivarono i vigili del fuoco. L’esplosione di una bombola di butano, quindi l’operazione di raffreddamento dell’attrezzatura per saldatura e taglio ossiacetilenico, rese necessario per tutta la notte l’evacuazione dell’intera area di via Salvatori.

Mentre i vigili del fuoco erano impegnati a spegnere il maxi rogo del centro sociale, gli uomini del commissariato di polizia si misero sulle tracce del sospetto seguendo le indicazioni fornite dal testimone che aveva avuto un diverbio con lui. I poliziotti arrivarono fino alla stazione ferroviaria e, aquisendo le immagini delle videocamere di sorveglianza, capirono che aveva preso un treno alle 5,30 del mattino in direzione Milano. La sua fuga fu pertanto subito bloccata. E ieri è arriavata la condanna a tre anni in Tribunale con rito abbreviato.

r.v.