Rischia di soffocare a 3 anni per una fetta di mortadella. I soccorritori: "Temevamo di averla persa"

In meno di 10 minuti i tre dipendenti della Croce Verde hanno evitato il peggio. "Un’esperienza durissima di fronte a quel corpicino che non si muoveva"

L’ambulanza della Croce Verde

L’ambulanza della Croce Verde

Pietrasanta (Lucca), 8 maggio 2024 – “A livello emotivo è stata un’esperienza durissima: quella bimba non reagiva, abbiamo temuto non ci fosse più nulla da fare, invece è andata bene ed è ciò che conta di più". Hanno un brivido lungo la schiena i tre dipendenti della Croce Verde di Pietrasanta mentre raccontano le fasi concitate del salvataggio della bimba di 3 anni, residente all’Africa, che lunedì ha rischiato di rimanere soffocata dopo aver ingerito una fetta di mortadella. La bimba, trasportata con l’elisoccorso Pegaso al Meyer di Firenze per accertamenti, da ieri non è più in rianimazione e questo significa che presto potrà tornare a casa.

Con lei ci sono i genitori e il fratello maggiore, ma i tre "angeli" che l’hanno salvata sono sempre in contatto con loro. E riavvolgono il nastro, increduli e strafelici. L’equipaggio è lo stesso che poche ore prima aveva soccorso la donna finita con lo scooter nel fosso di via Arginvecchio. "Il nostro turno lunedì sarebbe finito alle 20 – raccontano A.G., G.N. e M.B. – ma alle 19.09 abbiamo ricevuto la chiamata del 118. Il destino è stato benevolo: eravamo in sede anziché impegnati altrove, la distanza tra noi e la casa della bimba è breve e abbiamo trovato subito la strada. Questa serie di circostanze fortuite è stata determinante: se fosse successo in collina chissà come sarebbe andata". I tre dipendenti prendono un lungo respiro e poi proseguono il racconto. Sono stati i primi ad arrivare sul posto, seguiti poco dopo dall’automedica (con il medico S.S. e l’infermiere M.S.).

"Abbiamo attivato le procedure previste quando il paziente è incosciente a causa dell’ostruzione totale delle vie aeree. La bimba era sdraiata in giardino. Il primo impatto, di fronte a quel corpicino che non si muoveva e la mamma che urlava, è stato forte. Una situazione drammatica perché era cianotica. Poi abbiamo pensato solo a salvarla effettuando le manovre di rianimazione e collegandola agli elettromedicali per capire se c’era attività cardiaca. Invece era sempre in arresto respiratorio e a quel punto è scattata la ventilazione. Abbiamo fatto allontanare la mamma e i vicini di casa. Con l’arrivo dell’automedica è stato possibile aspirare ciò che aveva ingerito. Le operazioni sono durate meno di 10 minuti e quando è arrivato il Pegaso la bimba era già cosciente, respirava, piangeva e aveva cominciato a muovere le manine. Alle 19.20 è finito tutto: che gioia".