
Verona era entrato nel consiglio nel 1988
Le "fazioni" interne si erano formate da tempo. C’è chi parla di ambizioni e giochi di potere, ma anche di grosse e insanabili spaccature sul tema della Bolkestein e dell’asta delle concessioni. Fino all’epilogo di giovedì, quando il presidente del Consorzio mare Versilia Francesco Verona e altri sei consiglieri hanno deciso di rassegnare le dimissioni con quattro mesi d’anticipo visto che il mandato sarebbe scaduto a settembre. Venendo da due mandati consecutivi, Verona non avrebbe nemmeno potuto ricandidarsi, ma ormai per lui non è più un problema. Le continue divisioni lo hanno portato alla decisione di non far più parte del consiglio dopo 37 anni di ininterrotta presenza. Entrato nel 1988 in rappresentanza del bagno King come consigliere dell’allora Associazione balneari, è stato segretario, vice presidente e presidente, prima subentrando al compianto Francesco Belli e poi a Daniele Mazzoni quando quest’ultimo diventò vicesindaco.
Gli altri dimissionari sono il vicepresidente Massimo Francesconi (Milano), Gerri Lucarini (Florida), Andrea Farnesi (La Fortuna), Paolo Fini (Lembomare), Tania Ricci (Magicomare) e Luca Cei (Leda), mentre sono rimasti al loro posto Mario Mallegni (Felice) e Luca Chiodelli (La Conchiglia). Finché non verrà presentata una "rosa" di nove nomi per il nuovo direttivo, quello attuale porterà comunque avanti l’ordinaria anministrazione. Ma trovare un accordo non sarà facile visto lo scontro frontale a cui sono arrivate le due fronde. Quella "ribelle" è formata da chi non accetta le aste e vuole aprire contenziosi contro il Comune, al contrario di Verona e altri che invece avevano sposato una linea più conciliativa, incluso lo studio legale "Bglv & partners" di Firenze che doveva curare i rapporti col Comune ma che ha rinunciato al’incarico a causa di queste diatribe. Infine ci sono gli appetiti personali, nello stretto entourage di Verona, di chi da tempo vorrebbe prendere il suo posto.
Daniele Masseglia