FRANCESCA NAVARI
Cronaca

Balneari, la Consulta boccia la Toscana: "La Regione non può decidere"

Il governatore Giani replica "Resta la disputa sul merito. La norma nazionale ha aggiunto. confusione alla confusione".

Il governatore Giani replica "Resta la disputa sul merito. La norma nazionale ha aggiunto. confusione alla confusione".

Il governatore Giani replica "Resta la disputa sul merito. La norma nazionale ha aggiunto. confusione alla confusione".

La legge della Regione Toscana sulle aste delle concessioni balneari è stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale cui, con un ricorso, si era rivolto il Governo Meloni, ritenendo che la materia fosse di competenza dello Stato. Le disposizioni regionali, impugnate dal Presidente del Consiglio dei ministri, prevedevano infatti specifici criteri e condizioni in base ai quali svolgere le aste, fra cui, in particolare, un criterio per la determinazione di un indennizzo a favore del concessionario uscente. La Corte, pur riconoscendo che la disciplina delle concessioni balneari investe diversi ambiti di competenza regionale, ha tuttavia ricordato che quest’ultima deve cedere il passo alla competenza legislativa esclusiva dello Stato. Le argomentazioni della Regione a sostegno del proprio intervento, fondate sull’inerzia del legislatore statale e sulla necessità di tutelare i concessionari, non sono state ritenute dalla Corte idonee a giustificare l’invasione di campo della Regione.

"La sentenza non aggiunge né toglie nulla alla nostra legge. Avevamo chiarito – ha detto il governatore Giani – che avremmo subito preso atto della tanto attesa normativa nazionale. Rimane tuttavia la disputa nel merito, perché la legge nazionale ha aggiunto confusione alla confusione e il decreto attuativo proposto dal ministro Salvini non fa che confermarlo. Avevano a disposizione una legge ben fatta e hanno stravolto anche il compito più semplice: copiarla". La differenza maggiore riguarda proprio gli indennizzi. La Regione li valutava in base al valore reale dello stabilimento, lo Stato li definixce sulla scorta degli investimenti degli ultimi cinque anni. "Che sono pari a zero", rimarcano i balneari.

Paolo Di Grazia