"Riteniamo che la frazione di Azzano sia l’unica fra quelle del comune di Seravezza che possa vantare un antico diritto sulla parte di Monte Altissimo ancora oggetto di contenzioso". Esordisce così, il comitato degli Scienziati dell’ultima ora nativi e residenti di Azzano riguardo la disposizione della Corte di Appello di Roma, sezione speciale usi civici, risalente allo scorso 2 luglio, con cui si è disposto che "la Regione Toscana nomini la rappresentanza delle frazioni di Azzano, Fabiano, Giustagnana, Minazzana e Basati", per essere ascoltati sull’approvazione delle conciliazione del comune e della regione con la ditta Henraux. "Una società i cui comportamenti benefici a favore di Azzano, come la costruzione dell’asilo “Pietro Cidonio“ nel centro del paese e la concessione dell’utilizzo della strada privata di arroccamento alle cave ad uso esclusivo degli azzanesi (circostanze che avevano a che fare con il marmo e non con l’agricoltura), uniti al portato di remote testimonianze di anziani del paese, alimenta il dubbio", continuano i residenti azzanesi su un’attribuzione di una proprietà e di un terreno, inoltre, "la cui conformazione geomorfologica, scoscesa e rocciosa, non si è mai prestata a una vocazione agro-silvo pastorale - aggiungono - Tanto più a vantaggio e utilizzo della cosiddetta ex Asbuc". Una comunità di abitanti, quella della Asbuc, le cui elezioni, però, sono state sollecitate al governatore proprio da quella disposizione della Corte di Appello, per dar voce ai frazionisti. "Ma non possiamo, pur riconoscendo legittima la volontà delle altre frazioni montane di occuparsi dei terreni identificati di uso civico, essere rappresentati dal piccolo gruppo di persone, in gran parte immigrati da pochi anni nel comune di Seravezza che stanno conducendo reclami o atti di intervento contro la conciliazione in corso fra Comune e Henraux - commentano gli Scienziati dell’ultima ora - In una discussione, ormai quarantennale, erroneamente spostata sull’uso dei terreni e non sulla loro attribuzione, è invece nostra convinzione che il Monte Altissimo possa e debba continuare a “dare il pane“ ad Azzano, con l’estrazione di marmi o una rinnovata destinazione economica. Perché lo richiedono la nostra coscienza e la nostra storia, così come la memoria dei nostri avi che hanno vissuto la montagna di marmo e ci hanno lasciato nell’opinione di essere legittimi contitolari di tanta rara bellezza che ci guarda e protegge da sempre".
CronacaAzzanesi sull’Altissimo: "Quella parte è nostra"