TOMMASO STRAMBI
Cronaca

Anni ruggenti in Versilia. In mostra tutte le stelle della Bussola di Bernardini

A Palazzo Mediceo di Seravezza un’esposizione da macchina del tempo. Tra foto, documenti e lettere di star, un viaggio nel divismo degli anni ’60.

SERAVEZZA (Lucca)

Il bianco e il nero delle foto d’epoca, si mescola ai colori delle video-interviste ai protagonisti di allora ripresi oggi con qualche ruga in più e qualche capello grigio. E poi le lettere, scritte a mano (e chi se le ricordava più in un mondo tecnologico invaso da tablet e smartphone), le locandine e le pagine dei settimanali degli anni Sessanta-Settanta. Un tuffo nel passata di un’Italia che non attraversava un bel momento (l’uscita dalla guerra, ma anche amo agli albori della contestazione e della lotta armata) eppure era attraversata dalla voglia di divertirsi, di ballare, di vivere sulle note della grande musica e di voci destinate a rimanere nella storia.

Entrare a Palazzo Mediceo di Seravezza è come salire all’interno della macchina del tempo e immergersi in quei giorni, in quella corrente elettrizzante che animava i protagonisti di quegli anni. Gli anni ruggenti di Viareggio e della Versilia. Gli anni dell’uomo delle stelle, Sergio Bernardini, un impresario visionario che trasformò una piccola costruzione a ridosso della spiaggia di Marina di Pietrasanta nel tempio della musica italiana: "La Bussola". Un tempio laico, uno dei luoghi che maggiormente ha contribuito al cambiamento dell’immaginario, delle sensibilità e dei gusti nazionali. Sergio Bernardini, nelle innumerevoli stagioni portò in Italia, prima di chiunque altro, i più grandi nomi internazionali dello spettacolo e della musica come Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Ray Charles, Aretha Franklin, Juliette Greco, Gilbert Becaud, Johnny Halliday, Charles Aznavour e lanciò figure quali Mina e Adriano Celentano.

E la mostra Divismo spettacolo cultura (1950-1980) La bussola di Bernardini è un viaggio esperenziale, un salto nel tempo grazie a documenti inediti, lettere autografe dei più importanti divi nazionali e internazionali di quel tempo, i primi contratti della neonata Rai che inizia le trasmissioni in esterna alla Bussola. E ancora, fotografie inedite, locandine e dischi che rendono unico questo sterminato archivio che trova spazio in un allestimento suggestivo dove è stato ricostruito con tutti i pezzi originali anche l’ufficio dove Sergio Bernardini riceveva i suoi artisti.

La Bussola aprì il 2 luglio 1955 con uno dei nomi di maggiore richiamo del momento, il giovane Renato Carosone che terminò la grande serata alle 4.30 e fu un grande successo. È con questo primo episodio che ha inizio il percorso espositivo della mostra che, tra documenti e immagini, racconta della prima grande impresa di Bernardini che convinse Carosone e il suo formidabile quintetto guidato dall’istrionico batterista Gegè Di Giacomo a lasciare il Carillon di Milano. E poi l’esordio di Mina che alla Bussola comparve anche per l’ultima volta prima di lasciare le scene. Esposta c’è la lettera che scrisse a Bernardini. Mentre nella sala dedicata al Bussolotto, si trovano molti documenti, immagini e ritagli di giornali, che parlano di questo spazio ’riservato’ dove si esibivano artisti raffinati come Franco Cerri, Joao Gilberto, Carlo Loffredo, Chet Baker e Romano Mussolini. E al Bussolotto Vittorio Gassman ambientò una scena del film ’La Congiuntura’. Ovviamente ci sono anche i filmati e le foto della tragica notte del 31 dicembre 1968 con la contestazione e il ferimento di Soriano Ceccanti che rimase paralizzato. Un viaggio nel tempo da compiere per capire l’Italia e riscoprire quella passione.