
Al mercato del giovedì c’è la viaregginità
"Che freschezza le ciriole! Questo arriva adesso dall’aereoplano, semo in tre: il pescatore, l’aviatore e io. È vivo, guardate l’occhio, ve guarda come pe’ divve “Signo’, in mezzo alla pasta o sott’acqua“". Ciriole, specie di anguilline. Esordiva così, nel 1943, in "Campo de’ fiori" di Mario Bonnard, Aldo Fabrizi, al fianco di Elide, l’Anna Magnani fruttivendola vicina di banco, nella piazza del mercato più famosa di Roma. Non sono i pesci di "Peppino il pesciarolo" o le mele a 3 euro al chilo di Elide, o almeno non solo quelli, a essere urlati, annunciati e venduti tra i camion e le panche allestite tra le strade viareggine del giovedì mattina, dalla via Fratti al lungomare. Fazzoletti, carta igienica, dischi, vinili, libri e cartoline del Carnevale anni ’30 tratteggiano insieme a vestiti, pile, scotch e fiori la passeggiata e le vie del centro. Un po’ di tutto, un po’ per tutti.
"Signore, le stanno a pennello! Se poi li lascia stagionà nel cassetto anche meglio" grida un commerciante ad un anziano fermatosi a osservare la merce sul bancone. A "stagionà" non sono i formaggi, pecorino o parmigiano, ma i calzini, rigati, quadrettati e colorati, che il signore pazientemente sta analizzando e studiando, con una flemma che darebbe il tempo ai formaggi, ma anche ai calzini, di stagionare per davvero. A bilanciare la lentezza di chi analizza e scandaglia ogni prodotto e possibile acquisto, c’è chi, sul ciglio del marciapiede opposto, corre, e sfreccia. Dalla macchietta in bicicletta che zigzagando tra sacchi e sacchettini commenta francamente e ferocemente gli avventori ("tutti morti ne’ cenci) e saluta con mano vivace quel "mattuccio" amico suo, sempre fuori dallo stesso tabacchi, e che, sempre, risponde contento. Alla signora che, di fretta, cerca di barcamenarsi e tenersi in equilibrio, con una sacca di carciofi sotto un braccio e nell’altro la figlia che, con sguardo incantato, sembra essersi persa nei colori dei fiori, delle ortensie e delle orchidee.
"Cento case e una via, dove c’è anche la mia, dove nasce una storia ogni dì" cantava Egisto Malfatti, colonna sonora della città e delle sue vie. Quelle vie dove risuonano battute irriverenti, risate gridate e polemiche sussurrate dalle compere passeggiate dei clienti e dalle vendite soddisfatte dei commercianti. Dove volti, occhiaie e sorrisi tratteggiano il percorso mercantile e l’appuntamento settimanale. Dove, una storia, ogni giorno, nasce per davvero. Vie che, come la Campo de’ Fiori di Bonnard, ogni giorno, e ogni giovedì, sono le vere protagoniste, di un’umanità e di una verità, molte volte nascoste, o perdute.
Gaia Parrini