La zona rossa in gran parte dell'Umbria. "Decisione dolorosa ma necessaria"

Scuola, Sansepolcro "chiude" i confini agli studenti umbri e scoppia la polemica

Perugia, le strade semideserte (Crocchioni)

Perugia, le strade semideserte (Crocchioni)

Perugia, 8 febbraio 2021 - E' praticamente deserto il centro storico di Perugia, da oggi zona rossa come l'intera provincia e sei comuni di quella di Terni per contenere la diffusione del Covid e delle sue varianti.

Da stamani sono così di nuovo chiuse tante attività nel cuore del capoluogo umbro. Tra queste anche diversi bar. In corso Vannucci, il salotto buono di Perugia, si notano soprattutto gli operai al lavoro in un paio di cantieri e gli addetti alla nettezza urbana e qualche mamma a spingere passeggini. A fare da sfondo le sedie accatastate e gli ombrelloni chiusi dei ristoranti e dei vari locali.

La mappa dell'Umbria in rosso e arancione
La mappa dell'Umbria in rosso e arancione

LA MAPPA DEI DIVIETI

L'AUMENTO DEI RICOVERI

Tesei: "Intervento duro ma necessario"

"Un intervento duro, doloroso ma importante per evitare la diffusione del virus che è stato registrato da noi con la presenza nelle sue varianti, brasiliana e inglese": lo ha ribadito la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei parlando dell'istituzione della zona rossa in provincia di Perugia e in sei comuni di quella di Terni. Lo ha fatto ai microfoni di TgCom24. "Si tratta - ha detto ancora Tesei - di un'ordinanza sanitaria e utilizzata seguendo il principio della massima precauzione, su indicazione specifica della sanità regionale che si è confrontata a lungo con l'Istituto superiore di sanità. La presenza delle due varianti ci ha portato naturalmente ad utilizzare il sistema della zona rossa per la provincia di Perugia e per alcuni comuni del Ternano".

Sansepolcro, la questione scuola

Studenti toscani e umbri domani saranno regolarmente a scuola nelle scuole superiori di Sansepolcro (Arezzo) dopo le polemiche di oggi circa l'attivazione della didattica a distanza (Dad) per gli studenti che provenivano dall' Umbria, regione confinante, e che sono in numero consistente non solo a Sansepolcro ma anche a Cortona e ad Arezzo, dove invece comunque non si sono registrati contrattempi. A confermare il ritorno alla normalità per gli studenti-pendolari il dirigente scolastico del liceo 'Piero della Francescà di Sansepolcro Claudio Tomoli che in una nota precisa come «dopo uno scambio avuto con il sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli e con l'Ufficio Scolastico Provinciale di Arezzo, teso a valutare una possibile chiusura della scuola per tutti gli studenti a scopo cautelativo vista la naturale contiguità dei territori della Valtiberina Umbra e Toscana, si ritiene opportuno continuare con la scuola in presenza al 50% cosi come già stabilito in base al calendario ordinario». Decisione confermata anche da Giuseppe De Iasi, dirigente scolastico dell'istituto comprensivo statale di Sansepolcro il quale precisa che «prima di diffondere falsi allarmismi occorre rivolgersi sempre al dirigente scolastico». Nessun commento da parte del sindaco di Sansepolcro Mauro Cornioli che si affida al definitivo confronto tra le Regioni Toscana e Umbria.

"Difficoltà per la zona rossa a macchia di leopardo"

Amelia (Terni) si è svegliata questa mattina in zona rossa come altri cinque comuni della provincia di Terni e tutta la provincia di Perugia. "Come per il passato rispettiamo i provvedimenti. Chiaramente su questa decisione ha pesato il riscontro di varianti del virus in Umbria - dice all'Adnkronos il sindaco Laura Pernazza - ma la scelta di zone rosse a macchia di leopardo comporta difficoltà, come quella dei trasferimenti di studenti e lavoratori. Per questo, considerata la situazione delicata, sarebbe stato più opportuno estendere il provvedimento a tutto il territorio regionale". I contagiati ad Amelia "attualmente si aggirano intorno ai 110 - spiega il sindaco - Un numero ora stabile che è iniziato a crescere dopo le festività natalizie e da un focolaio nato da tre messe celebrate il 17 gennaio scorso in una parrocchia. Un numero di positivi che si era già registrato in passato - sottolinea - ma che evidentemente ora preoccupa maggiormente alla luce dell'andamento del virus nella Regione dove in altre zone sono state registrate varianti". Una zona rossa che la sindaca ha voluto rafforzare con ulteriori misure come il divieto di riunioni nei circoli, la chiusura di alcune piazza per evitare assembramenti e il divieto di celebrare cerimonie civili e religiose, ad eccezione dei funerali con massimo 15 persone e i matrimoni con la sola presenza dei testimoni . "L'invito alla popolazione è a rispettare le regole, serve un ulteriore sforzo di pazienza e senso di responsabilita' da parte di tutti per uscirne il prima possibile. Confidiamo anche - conclude la sindaca - che il governo nazionale e regionale intervengano con i dovuti ristori per chi subisce le restrizioni della zona rossa".

"Siamo tornati indietro di un anno"

"Siamo tornati indietro di un anno e non è certo una bella cosa": a dirlo all'Ansa sono alcuni cittadini e commercianti del centro storico di Perugia. "Ci viene richiesto un nuovo grande sacrificio, dopo tutti quelli che abbiamo già fatto, speriamo che adesso serva davvero a qualcosa", racconta una signora rallentando il passo spedito con cui, assieme a un'amica, sta camminando in tenuta da ginnastica.

"E' sempre più dura, con la zona rossa il centro è vuoto", dice una giovane barista da dietro il bancone di uno dei pochi locali che hanno deciso di restare aperti in corso Vannucci. "E' un momento molto complicato, probabilmente sono stati fatti degli errori in questi mesi, sia da parte di chi doveva controllare che da chi doveva essere controllato", spiega un venditore di panini all'ombra del tribunale perugino. E sottolinea: "Visti i contagi il provvedimento è da ritenere giusto".

Chi garantisce sulla disciplina dei perugini nell'indossare mascherine e altri dispositivi di protezione è uno dei due edicolanti presenti sulla via principale del capoluogo umbro. "Tutti quelli che vedo passare davanti a me - afferma - indossano correttamente la mascherina e sono molto attenti a seguire le regole". Mentre alla domanda se la zona rossa incida sulla vendita dei giornali spiega che "al momento è presto per dirlo".

Quando è metà mattina di gente in giro per il salotto buono di Perugia ce ne è davvero poca. Tra loro alcuni operai impegnati in un paio di cantieri, gli operatori della nettezza urbana e alcune mamme a spingere passeggini. Qualche anziano si ferma a leggere le locandine dei quotidiani locali che ricordano l'entrata in vigore delle nuove restrizioni. "La gente è tornata ad essere spaventata", dice un altro commerciante che non perde occasione per raccontare le difficoltà che sta vivendo con le sue attività. E il discorso scivola sulla politica e sulle consultazioni in corso del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi: "Abbiamo bisogno di aiuti e certezze per il futuro delle nostre aziende".

"Italia gialla, noi rossi: che brutto risveglio"

"È stato un brutto risveglio. Per fortuna c'è il sole perché una cosa del genere non ce l'aspettavamo. Mentre tutta l'Italia è in zona gialla, noi ci ritroviamo in rosso. Passerà anche questa, ma siamo al limite>. le parole di una cittadina di Amelia sintetizzano il clima vissuto nel comune umbro, uno dei sei della provincia di Terni da oggi in zona rossa. Stamani il centro, sia dentro che fuori le mura ciclopiche, si presentava comunque abbastanza trafficato, sia di auto che di pedoni. Accanto a molte saracinesche abbassate, per le categorie commerciali obbligate alla chiusura, diversi i negozi che hanno potuto continuare l'attività anche solo in parte. In città si è svolto anche il mercato settimanale, ma in forma notevolmente ridotta, solo con la presenza di banchi di alimentari e fioristi.

"La situazione non è bella, la gente non viene e quando viene si vende metà della merce - ha spiegato uno dei pochi banconisti presenti -. Oggi poi è ancora peggio". Per la titolare di un'attività commerciale "è un disastro, sembra essere tornati indietro e fa male doppiamente vedere altrove le vie dello shopping piene". Opinione condivisa anche da altri colleghi del settore, secondo i quali la chiusura per due settimane renderà "vani tutti gli incassi del Natale".

"È un gioco al massacro, qui è tutto morto e tutto fermo" il commento di due anziani che non hanno comunque rinunciato a due chiacchiere, a distanza, in piazza. "Ma queste sono le disposizioni - hanno aggiunto - e ce le teniamo".

I sindaci contrari

Sono almeno quattro, sui sei totali ritenuti 'a rischio', i Comuni della provincia di Terni contrari all'inserimento in zona rossa deciso dall'ordinanza regionale per il contenimento del Covid. Si tratta di territori che - ad eccezione di Amelia - presentano ad oggi una manciata o addirittura zero casi di positività. I più critici rispetto al provvedimento regionale sono i sindaci di Lugnano in Teverina (con zero contagi attuali su 1.470 abitanti), Calvi dell'Umbria (sette positivi su 1.800 residenti), Attigliano (nove su quasi 2.000) e Montegabbione (sei su circa 1.100). Ma perplessità sono state espresse anche da quello di San Venanzo (dieci contagi su una popolazione di circa 2.100 abitanti), al confine con il perugino.

I primi quattro sindaci, sentendosi "puniti incomprensibilmente" hanno chiesto alla Regione chiarimenti "efficaci" sui criteri di selezione all'interno della zona rossa, auspicando una revoca del provvedimento. "Sarebbe stato più corretto allora - ha sottolineato il sindaco di Calvi, Guido Grillini - anche se più impopolare, istituire la zona rossa su tutto il territorio regionale". Per Leonardo Fazio, sindaco di Attigliano, è infatti "assurdo che alcuni comuni con più casi non siano stati citati". Le interlocuzioni con gli organi competenti per la revisione della lista - da quanto si apprende - sono in corso.

(A cura di Luca Boldrini)