
di Claudio Lattanzi
"Non avevamo mai avuto il benché minimo sospetto su comportamenti gravi da parte di questa persona. Ovviamente ci ha sempre tenuto nascosto il fatto di essere stato ridotto allo stato laicale". Don Ruggero Iorio, moderatore generale dell’Opera Santa Maria della Luce, commenta così le indagini sull’ex sacerdote 54 enne di Cascina, Pisa, finito nel mirino della Magistratura perugina per quattro presunte violenze sessuali compiute ai danni di altrettanti minorenni nordafricani ospiti nel centro di accoglienza di Canonica, vicino Orvieto. Tra gli episodi più gravi anche quello che sarebbe avvenuto nel 2017 quando l’ex religioso, nel cuore della notte, avrebbe puntato una pistola contro un ragazzo che si era sottratto alle sue avances e che poi l’uomo sarebbe riuscito a far cacciare dal Centro per vendetta, manovrando per ottenere una falsa certificazione di schizofrenia a carico del giovane stesso. In quegli anni dalla struttura di Villanova risultano poi essere stati allontanati anche altri ragazzi. Casi sui quali ora avrebbero acceso i riflettori gli investigatori.
Don Ruggero specifica tuttavia che l’Opera Santa Maria della Luce "non gestisce il centro di Villanova" la cui responsabilità è attualmente in carico ad una Srl. Sarebbe stata questa società ad aver assunto il pisano cacciato dalla Chiesa nel lontano 2004, salvo poi licenziarlo un paio di anni fa. Stando ad alcune indiscrezioni, l’uomo che già aveva diiversi trascorsi giudiziari anche per reati di prostituzione minorile e circonvenzione di incapace, sarebbe riuscito a rimanere a Villanova anche quando si era ormai scoperto che era un finto sacerdote. Gli sarebbe stato consentito di rimanere "per spirito umanitario". Va specificato comunque che i responsabili del Centro di Villanova avrebbero avuto consapevolezza solo ed esclusivamente del fatto che era stato ridotto allo stato laicale, ma non degli altri guai giudiziari dell’ex religioso, che già nel 2015 era stato fermato e denunciato vicino alla stazione Termini di Roma mentre stava entrando in un albergo per consumare un rapporto sessuale a pagamento con un ragazzo rom.
Adesso la società che gestisce il Centro di accoglienza sarebbe pronta a costituirsi come parte lesa nell’eventualità che le indagini sfocino in un procedimento penale. L’ex prete tra l’altro, che girava abitualmente comunque in abito talare, era solito anche dire messa in una chiesa di San Venanzo fino a quando non è stato denunciato dalla polizia nel febbraio scorso per il reato di “sostituzione di persona“ proprio per questi episodi.
Recatosi in commissariato per le procedure di legge relative alla nomina di un avvocato difensore, aveva mostrato una carta d’identità che gli era stata rilasciata dal Comune di Cascina dove appariva ancora una volta con l’abito talare e la dicitura "cappellano militare", qualifica che era decaduta ormai da sette anni. Per questa falsa attestazione di generalità, risulta indagato anche dalla procura di Terni. L’ex sacerdote continua a vivere ad Orvieto. Intanto sulla vicenda anche i vertici della Chiesa locale starebbero svolgendo verifiche interne.