PATRIZIA PEPPOLONI
Cronaca

Vigne e oliveti? Ci pensa il robot

Presentato ad Agriumbria un prototipo di macchina autonoma con sensoristica evoluta e guida satellitare

di Patrizia Peppoloni

Anche se la pubblicità televisiva punta ancora sul ’contadino retrò’, in realtà la tecnologia ha raggiunto anche i campi coltivati, si va verso la ’precision farming’ e su vigneti e oliveti sempre più spesso vegliano i droni. In questo contesto che parla il linguaggio del futuro si muove il progetto ’’Agrobot’’, che dà forma e sostanza all’uso delle tecnologie digitali in agricoltura, prospettando ’robot autonomi’ con sensoristica evoluta e guida satellitare al servizio della crescita economica e della sostenibilità ambientale dell’agricoltura umbra.

In altre parole si parla di un prototipo di drone terrestre capace di muoversi in autonomia tra vigneti e oliveti, anche telecomandato, con la ’mission’ di monitorare lo stato di salute delle colture. Le competenze della nuova macchina, più precisamente, vanno dalla localizzazione e navigazione autonoma (per consentirle di muoversi nell’ambiente agricolo, anche attraverso una programmazione delle traiettorie e degli itinerari da percorrere) al monitoraggio dello stato di salute delle colture (sostanzialmente vite e olivo, le peculiarità dell’Umbria agricola). Il ’robot’ mira a riprodurre in modo preciso tecniche di trattamento all’avanguardia già in uso in molte aziende agricole avanzate. In particolare, grazie alla sensoristica installata, il robot durante il suo tragitto è in grado di acquisire gli standard di vigoria delle foglie e la mappatura 3D dell’impianto arboreo, nonché di rilevare la presenza di patogeni, come nel caso della famigerata e temuta mosca olearia. La significativa mole di dati acquisiti dal robot può quindi essere utilizzata per aiutare il tecnico o l’imprenditore nelle scelte manageriali in azienda, come decidere se le piante sono sottoposte a stress idrico e hanno bisogno di una certa quantità di acqua oppure se si rende necessario un intervento fitosanitario.

Ma mentre le tecnologie testate e inserite nella ’scatola-robot’ potrebbero già trovare applicazione, magari in uno dei trattori di nuovissima generazione o altrove, per rendere operativo il robot in vigneti e uliveti e cominciare a vederlo ’in azione’ restano da mettere a punto aspetti legati alla sicurezza, come anche aspetti normativi e legati alla privacy e c’è da valutare tutto il fronte dell’intelligenza artificiale applicata al progetto, con il suo patrimonio di dati.

’Agrobot’, presentato recentemente ad Agriumbria, ha come referente il dottor Alessandro Monacelli, presidente del polo Agrobot e anche di ’Cratia srl’, società partner del polo e di proprietà di Confagricoltura. "Questo progetto – commenta Monacelli – conferma la forte propensione all’innovazione del sistema agricolo umbro e la vivacità del mondo della ricerca, a riprova della sensibilità verso le trasformazioni tecnologiche e le nuove frontiere dello sviluppo e della produzione". Il progetto va sicuramente lungo le direttrici da tempo tracciate nella ricerca avanzata in materia di ’machine learning’ e quindi di ’intelligenza artificiale’, per implementare algoritmi in grado di consentire alle macchine di apprendere e conoscere ambiti di interesse specifico per l’uomo.

Sicuramente nell’immediato futuro strumenti, come quelli sperimentati con Agrobot, saranno essenziali per conseguire gli importanti obiettivi europei della strategia ’farm to fork’ circa la riduzione degli input chimici in agricoltura e di supporto all’adozione dell’importante piano di transizione tecnologica di Agricoltura 4.0 e di ’smart agricolture’.