
Perugia, 13 luglio 2023 – Lavori fatti male che hanno fatto lievitare i costi dell’intervento per il viadotto Genna del raccordo Perugia-Bettolle. Per i giudici della Corte dei conti dell’Umbria, il tecnico Anas, direttore dei lavori e responsabile unico del procedimento, avrebbe tenuto una "condotta professionale censurabile" sia dal punto di vista progettuale che esecutivo che di direzione, tale da causare una "duplicazione dei costi" per Anas. A fronte di questo, i giudici contabili hanno condannato il tecnico a risarcire Anas di 111mila euro circa.
Il procedimento della Corte dei conti erano stato aperto in seguito a diversi articoli di giornale del 2018 dove si evidenziava la necessità di rimettere mano agli interventi già effettuati. L’originale progetto di intervento sul viadotto, da 861mila euro, avrebbe dovuto impegnare la ditta appaltatrice dal novembre 2015 al luglio 2016. Ma ben presto si erano iniziati a registrare problemi di varia natura, come "estesi e frequenti distacchi di pavimentazione e di porzioni della soletta del viadotto". E, di conseguenza, era stato necessario intervenire nuovamente, riaprendo un cantiere e causando nuovi disagi alla circolazione. Mentre è stato avviato un contenzioso civile tra Anas e ditta esecutrice, una consulenza eseguita nelle more del procedimento contabile, ha accertato che la progettazione dei lavori sarebbero stati trascurati aspetti tecnici che, insieme ad altre cause, avevano inciso sulla bontà dei lavori eseguiti. Tra le carenze accertate, il mancato controllo durante i lavori in riferimento all’adesione al supporto, all’uso di martelli pneumatici al posto delle idrodemolizioni, ma anche di una "prematura apertura al traffico" e di carenze del progetto a proposito dell’assenza di connettori integrativi. I problemi che, in pochi giorni, dalla chiusura del cantiere si erano manifestati immediatamente, avevano causato, oltre che la necessità di ricominciare, una raffica di proteste per una situazione che appariva quasi paradossale.
Un danno che la Procura contabile aveva inizialmente quantificato in 222mila, l’intero costo dell’intervento contestato, poi ridotto alla metà dai giudici che in queste ore hanno depositato la sentenza.