Perugia, 3 gennaio 2024 – Nel biennio 2021-2022 il 27,4% degli ultra 65enni umbri ha dichiarato di avere difficoltà nell’accesso ai servizi sociosanitari o ai negozi di generi alimentari e di prima necessità. Ben 74mila anziani invece (il 32,35 per cento su circa 228mila persone che hanno un’età superiore ai 65 anni) hanno rinunciato a esami diagnostici o visite mediche: una percentuale nettamente più alta rispetto a quella italiana, che interessa un anziano su quattro (24,3%), con l’Umbria che è fra le tre peggiori regioni italiane (Marche 33%, Sardegna 39,2%).
Sono alcuni dei dati che emergono dal sistema di sorveglianza ’Passi d’Argento’ dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha intervistato le persone con più di 65 anni. Nel dettaglio, il 51% ha dichiarato di non aver rinunciato a visite mediche, mentre il 25% ha affermato di non aver avuto bisogno né di visite né di esami. La rinuncia è stata più frequente tra gli anziani con età compresa tra i 65 e 74 anni (27% contro il 22% tra gli over 85enni), tra le donne (29% contro il 23% negli uomini), tra chi ha dichiarato di arrivare a fine mese con molte difficoltà (37% rispetto al 24% tra chi non ne ha). Non emergono differenze significative tra le macroaree regionali.
’Passi d’Argento ’ indaga anche le principali ragioni legate alla rinuncia a visite o esami, necessari per la prevenzione o la cura della salute, con una domanda a risposta multipla che consente all’anziano di riportare una o più motivazioni. Tra coloro che hanno dovuto rinunciare ad almeno una visita medica o a un esame diagnostico, il 31% ha dichiarato di averlo fatto per timore del contagio da Sars-Cov-2, il 22% per sospensione del servizio a causa della pandemia di Covid (alcune attività del Sistema Sanitario sono state interrotte durante la pandemia per spostare le risorse nella gestione dell’emergenza), il 36% ha riferito di aver rinunciato a causa delle lunghe liste di attesa, il 7% per difficoltà di raggiungere la struttura (troppo distante o senza collegamenti e mezzi di trasporto adeguati) o scomodità degli orari proposti. Il 5% degli anziani ha riferito che la rinuncia è stata determinata dai costi troppo elevati e non sostenibili.