Umbria, ecco i conti del turismo: "Primi sette mesi con un più 6%. Ma Perugia perde fino al 30 per cento"

Fittuccia: "Capoluogo ad agosto penalizzato da mancanza di attrattori e meteo-terrorismo. Previsioni buone per l’autunno. Però gli italiani spendono meno e accorciano la permanenza". .

Umbria, ecco i conti del turismo: "Primi sette mesi con un più 6%. Ma Perugia perde fino al 30 per cento"

Turisti sulle scalette della Cattedrale di San Lorenzo, a Perugia

"Nei primi sette mesi arrivi e presenze hanno fatto registrare un più 6 per cento in Umbria. L’unico neo estivo è Perugia che da un mese e mezzo fa registrare flessioni tra il 20-30% rispetto al 2023". È questa la fotografia che il presidente di Federalberghi Umbria, Simone Fittuccia, fa con La Nazione quando si avvicina la fine della stagione turistica estiva.

"Abbiamo analizzato insieme alla Regione nei giorni i dati ufficiali dal 1° gennaio al 31 luglio di quest’anno e, come accennavo, rispetto allo stesso periodo del 2023 c’è un incremento di sei punti percentuali". Si parla insomma di circa 85mila arrivi in più (furono 1.438.000 nei primi sette mesi dell’anno scorso) e di un aumento di 220mila presenze (3,7 milioni quelle del ‘23). Che estate è stata per il turismo?

"A giugno siamo è partiti bene con una flessione a fine luglio che ha interessato le città d’arte, mentre la Valnerina e i laghi hanno retto benissimo, così come Assisi che non ha avuto flessioni. Diciamo che la fascia critica è stata dal 22/24 luglio fino a Ferragosto. Poi si è avuta una ripresa. Un andamento simile ci fu d’altra parte anche nel 2019".

E le prossime settimane?

"Settembre e ottobre saranno molto buoni. E anche novembre che non era periodo di riferimento, quello in cui molti alberghi chiudevano, fa registrare un alto numero di prenotazioni. E questo è aiutato anche da un clima che non è più freddo come qualche anno fa. Con le città d’arte privilegiate in questo caso, rispetto agli agriturismi. E una forte domanda straniera".

Il mercato italiano?

"Ci sono più difficoltà. Le famiglie risentono dell’alto tasso inflazione: i loro soggiorni qui in Umbria sono più brevi del solito, i giorni di permanenza si sono accorciati".

Quanto incide il caldo in Umbria?

"Parecchio. E’ evidente che sia italiani che stranieri scelgono il mare o l’alta montagna ad agosto. Ma direi da sempre, non da oggi. Piuttosto c’è una fenomeno preoccupante che interessa il capoluogo regionale".

Quale?

"Quello dei ripetuti annunci a livello nazionale che danno Perugia sempre tra le città più calde d’Italia (il sistema della Protezione civile monitora 24 città e spesso ne emerge un messaggio fuorviante: basti dire che Terni, dove fa più caldo, non viene mai citata, ndr). Una ripetizione quotidiana a livello mediatico che io chiamo ‘meteo-terrorismo’ e che è molto dannoso". Le conseguenze?

"Che la città ne ha risentito moltissimo. Dopo la fine di Umbria Jazz, c’è stata una settimana di ‘coda lunga’ con afflusso discreto. Ma poi si è avuto un autentico crollo: meno 20-30% che dura ancora: la ripresa parte lenta solo dalla prossima settimana. Agosto è stato davvero duro, con occupazione bassa e costi altissimi per l’energia dovuti agli impianti di condizionamento che comunque vanno attivati".

Ad agosto incide anche la mancanza di eventi o attrattori a Perugia?

"Certamente. Non basta la Galleria Nazionale, che pure ha avuto numeri importanti. Manca un attrattore forte nel capoluogo in quel periodo: ad Assisi ad esempio ora c’è il fenomeno legato a Carlo Acutis che contribuisce a fare grandi numeri".

Michele Nucci