Si è aperto ieri davanti al tribunale di Perugia, corte presieduta dal giudice Marco Verola, il processo per la presunta truffa da 4 milioni di euro che avrebbe provocato una voragine nei conti dell’Università per Stranieri. La vicenda è quella degli studenti cinesi formalmente iscritti senza che nelle casse dell’ateneo fossero arrivate le quote previste. Gli imputati sono quattro: l’ex direttore generale della Stranieri Cristiano Nicoletti, il responsabile delle relazioni internazionali Fabrizio Focolari e i due cinesi Zeng Delong e Liu Yin, titolare e dipendente dell’agenzia di viaggi che organizzava gli arrivi degli studenti asiatici nell’ambito dei progetti Marco Polo e Turandot. Imputato anche l’ex direttore generale Simone Olivieri, successore di Nicoletti, per l’ipotesi di violenza privata. Secondo quanto ricostruito e sostenuto dall’accusa, i quattro accusati di truffa, in concorso tra loro, avrebbero indotto in errore gli organi amministrativi di Palazzo Gallenga, in relazione ai pagamenti delle iscrizioni. Allo stesso tempo, gli imputati cinesi, avrebbero incassato indebitamente la provvigione per il lavoro di intermediazione. Ieri le operazioni preliminari con formalizzazione delle richieste di costituzione di parte civile, avanzata dall’Università per stranieri e dell’Avvocatura dello Stato, dell’ex rettrice Giulana Grego Bolli, e di Olivieri, nei confronti degli altri quattro indagati. Hanno chiesto di costituirsi anche la dipendente presunta vittima di violenza da parte di Olivieri, e Focolari nei confronti dello stesso Olivieri.
La Corte ha rinviato al 18 aprile per la decisione sulle ammissioni a parte civile, prima di iniziare a sentire i testimoni, 30 quelli della Procura, rappresentata in aula dal pm Paolo Abbritti. Tra i testimoni anche un altro ex rettore della Stranieri, Mario Paciullo. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Leonardo Orioli e Francesco Falcinelli.
Luca Fiorucci