MICHELE NUCCI
Cronaca

“Taser“, Perugia ha rinunciato. Pistole chiuse da mesi in un armadio. La ‘sparalacci’? "Non è una priorità"

Dopo i casi di Olbia e Genova, in città si riaccende il dibattito per la scelta della giunta Ferdinandi. A luglio una ditta ha mostrato al Comune come funziona la pistola con elastici. Ma da allora più nulla.

Niente pistole a impulsi elettrici per gli agenti della polizia locale di Perugia

Niente pistole a impulsi elettrici per gli agenti della polizia locale di Perugia

di Michele Nucci

Le tre Taser del Comune di Perugia sono chiuse in un armadietto blindato. E lì resteranno. L’amministrazione comunale ha deciso mesi fa di non continuare il progetto avviato dalla Giunta Romizi che dotò la polizia locale di due pistole elettriche (una è di riserva). Era ottobre 2024, quando il regolamento che doveva normare in maniera definitiva il funzionamento di questo strumento di ‘deterrenza’ venne iscritto all’ordine del giorno della Commissione Affari istituzionali: erano trascorsi sei mesi dall’inizio della sperimentazione ed era necessario sancirne il suo definitivo sdoganamento.

Ma quel regolamento non fu mai discusso: la sindaca Vittoria Ferdinandi chiamò a rapporto i capigruppo di maggioranza per capire se andare avanti o meno. E l’orientamento fu quello di fermarsi: e da allora non se ne fece più nulla.

Per la cronaca, l’acquisto delle tre pistole Taser – volute fortemente dall’allora assessore comunale leghista, Luca Merli e dalla maggioranza di centrodestra che guidava l’amministrazione – , costò complessivamente 17.500 euro, ai quali si sono aggiunti altri 1.240 euro per l’armadio blindato necessario alla loro custodia. E lì si trovano ancora. “Le autorità sanitarie hanno evidenziato come uno strumento come quello delle pistole elettriche è utilizzato su soggetti caratterizzati da alterazioni psicofisiche può diventare uno strumento letale – disse lo scorso febbraio la sindaca Ferdinandi –, quindi è dovere di un’amministrazione cercare di sperimentare misure che siano di deterrenza e non comportino un così alto rischio di potenziale letale. Per questo – aggiunse – abbiamo scelto di provare a sperimentare uno strumento già in utilizzo in altri comuni italiani come a Pavia, che è quello della BolaWrap (pistola che ‘spara’ una cordicella che immobilizza il soggetto) che permetterebbe l’immobilizzazione dell’utenza senza aumentare il rischio potenziale di morte".

La pistola ‘sparalacci’ già in sperimentazione a Pavia era dunque il tentativo di alternativa al Taser che Perugia aveva scelto. Da allora si è svolta una riunione alla Sala Rossa con la stessa sindaca, alcuni tecnici comunali e l’impresa che produce la BolaWrap. La stessa ditta ha poi effettuato una dimostrazione del funzionamento dello strumento all’inizio di luglio nella sede della polizia locale. Ma poi tutto si è fermato. Il consigliere delegato alla Sicurezza, Antonio Donato, si limita a dire per il momento che "in questo momento (la sparalacci) non è la priorità". Chissà se anche questa finirà in un armadietto...