SILVIA ANGELICI
Cronaca

Tartufi dalla Romania senza "certificati": sequestrati 20 chili

I tuberi erano destinati al mercato umbro. La rabbia dei produttori

Le Fiamme gialle in azione

Perugia, 28 marzo 2017 - Dopo l'olio, adesso anche il «re» della tavola prova a ‘ingannare’ le frontiere. Venti chili di tartufi bianchi e neri provenienti dalla Romania e destinati in Umbria sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza a Palmanova (Udine) durante il controllo di un furgone vicino al casello dell’autostrada A23 Tarvisio-Palmanova. Il valore dei tartufi, custoditi in un contenitore di polistirolo è, secondo le stime fatte dagli agenti, di circa 80 mila euro.  I tartufi, trasportati senza alcuna documentazione fiscale o commerciale o che, comunque, potesse attestarne la provenienza e la sicurezza alimentare, sono stati sequestrati per violazione della normativa europea in materia di tracciabilità dei prodotti alimentari. Per la stessa violazione, il conducente del furgone, un rumeno che ha detto che i preziosi tuberi erano destinati a un suo amico rumeno che vive nel Perugino, è stato sanzionato con una maxi-multa (potrebbe pagare fino a 4.500 euro).La notizia ha fatto il giro dell’Umbria, innescando preoccupazione e malumori tra gli imprenditori del comparto.

A tal proposito Bruno Urbani, presidente della «Urbani Tartufi», azienda leader nel mondo non solo per il tartufo e i suoi derivati, ma anche per i funghi porcini, contattato da La Nazione ammette che «quanto è avvenuto avvilisce il settore. L’aver costruito in tanti anni un sistema di controllo-qualità irreprensibile, aver ottenuto i massimi livelli di certificazioni dei processi e una puntuale tracciabilità di tutta la materia prima che arriva nelle nostre sedi, sembra all’improvviso cosa vana – ammette l’imprenditore – di fronte alla mole di merce che può sfuggire al controllo».  Come tutelare i consumatori?  «Un sistema più realistico di tracciabilità – prosegue Urbani – sarebbe auspicabile per poter distinguere con facilità le provenienze. Servono occhi esperti per riconoscere al volo da dove possa essere cavato un tartufo, quindi se tutte le aziende del settore si attenessero ad una corretta disciplina sull’origine, il problema potrebbe essere arginato».