Sviluppumbria e il Made in Italy: "Società pubblica con fini politici"

Il Pd annuncia un’interrogazione in Regione sull’iniziativa promossa da FdI nella sede folignate

Sviluppumbria e il Made in Italy: "Società pubblica con fini politici"

Sviluppumbria e il Made in Italy: "Società pubblica con fini politici"

L’evento nella sede folignate di Sviluppumbria per la presentazione della legge sul Made in Italy al centro di una interrogazione in Regione del Pd, annunciata dal segretario Tommaso Bori e dalla capogruppo Simona Meloni. La questione è relativa all’appuntamento organizzato per la presentazione delle opportunità derivanti dalla nuova legge. Un evento con l’amministratore unico di Sviluppumbria, Michela Sciurpa, il responsabile regionale Fdi di imprese e mondi produttivi, Paolo Alunni Pistoli, e i presidenti degli Ordini dei commercialisti di Perugia e Terni. "Può una società pubblica come Sviluppumbria essere messa al servizio di una parte politica e per lo più in costanza di una campagna elettorale?", si chiedono i due esponenti dem. "La domanda appare lecita - sottolineano - in considerazione di un evento svoltosi nei giorni scorsi a Foligno, ospitato nella sede ufficiale della società in house regionale, che ha visto come protagonista lo stesso amministratore unico di Sviluppumbria, Michela Sciurpa. Una iniziativa politica organizzata di una precisa formazione, Fratelli d’Italia, partito nel quale la stessa è stata candidata e di cui è tutt’ora attivista. Francamente la cosa appare sconcertante. Piegare, a fini politici ed elettorali, non solo la funzione manageriale dell’amministratore della società, ma addirittura la stessa struttura di Sviluppumbria, rappresenta un fatto grave: una strumentalizzazione che a nostro giudizio va censurata". Bori e Meloni vanno all’attacco: "Probabilmente all’attuale amministratore unico sfugge un principio basilare della democrazia e cioè quello che vuole una netta separazione tra l’amministrazione pubblica e l’attività e militanza politica di chi la dirige. L’amministratrice in questione, ovviamente, ha tutto il diritto di esercitare la sua militanza politica, ma non ha altrettanto il diritto di utilizzare, con tanto di simboli elettorali esposti, una società pubblica e le sue strutture, come cassa di risonanza del partito politico di appartenenza".

Simboli esposti, durante l’evento, non c’erano ma erano apparsi in parte della comunicazione precedente. "Al di là delle norme, c’è anche un ’galateo istituzionale’ che imporrebbe comportamenti adeguati e rispettosi della ’cosa pubblica’ – incalzano i consiglieri dem – , dato che Sviluppumbria non è certamente una società privata di cui chi la amministra pro tempore può disporne a proprio piacimento. Essa al contrario è una società interamente pubblica, e quindi gestita con risorse pubbliche, vale a dire di tutti i cittadini".

Alessandro Orfei