REDAZIONE UMBRIA

Si alzarono i voti, assolti sei studenti. "Sarebbero etichettati negativamente"

Il giudice: "Fatto irrilevante, sarebbero etichettati negativamente"

L'avvocato Delfo Berretti

Perugia, 9 marzo 2019 – "Non luogo a procedere per irrilevanza del fatto". E anche perché l’ulteriore corso del procedimento penale "potrebbe pregiudicare le esigenze educative dei minori" e farli "etichettare negativamente". Mentre hanno capito il “disvalore” della condotta e, per rimediare, hanno anche pulito la scuola come lavoro socialmente utile nell’ambito del procedimento disciplinare e chiesto scusa all’insegnante.

E’ il presidente del tribunale per i minori dell’Umbria, Sergio Cutrona a “cancellare” l’accusa di violazione dei sistemi informatici contestata a sei studenti di un istituto superiore perugino – difesi dall’avvocato Delfo Berretti – , ora a un passo dalla maggiore età, che nel maggio dello scorso anno, quando frequentavano il terzo anno, rubarono alla professoressa di chimica la password per accedere al registro elettronico e alzarsi i voti. La password venne presa direttamente dall’agenda dell’insegnante che però si accorse quasi subito dell’accaduto.

Gli studenti in classe ammisero immediatamente l’accaduto senza però scaricarsi la colpa (tranne una ragazza che disse di aver chiesto al gruppetto di alzare anche il suo voto per raggiungere la sufficienza).

A luglio 2018 la dirigente scolastica segnalò l’accaduto alla polizia postale dell’Umbria, di lì la trasmissione della notizia di reato alla procura minorile che avviò un procedimento penale per violazione dei sistemi informatici. Nel frattempo però, su richiesta degli stessi genitori degli studenti finiti nell’occhio del ciclone, la scuola ha sospeso i sei studenti per sette giorni, con obbligo di frequenza e li ha impegnati in lavori socialmente utili all’interno della scuola, con il compito di occuparsi delle pulizie.

"Dopo il provvedimento la classe ha migliorato il proprio comportamento in generale – è scritto in sentenza – e i ragazzi coinvolti in prima persona nell’accaduto hanno ritenuto di inviare una lettera di scuse alla professoressa". Un orientamento di vita che il presidente del tribunale ritiene “positivo”. Tanto da non dover adesso essere punito. Anche perché il fatto è irrilevante.

Erika Pontini